Anche la prima fonte di inquinamento, l'auto, può avere un'anima più o meno verde. E così, per aiutare il consumatore a districarsi in un mercato dove la concorrenza tra prodotti diversi è spesso basata solo sul prezzo, Legambiente ha stilato la EcoTopTen per offrire uno strumento importante di informazione per scelte d'acquisto piu' consapevoli anche dal punto di vista ambientale.
"L'EcoTopTen vuole dare degli elementi a chi deve acquistare un auto nuova per scegliere non soltanto in base alla velocità della propria auto, ma soprattutto in base all'impatto ambientale che quest'auto avrà nel momento del suo utilizzo" spiega Giorgio Zampetti coordinatore ufficio scientifico di Legambiente. Nella classifica, per quanto riguarda le auto, oltre 850 modelli sono stati selezionati sulla base delle prime 100 marche di auto più vendute sul mercato italiano nel 2009.
Dopo due anni di assenza dal vertice della classifica, torna al primo posto delle auto più rispettose dell'ambiente la nuova Prius di casa Toyota, l'ibrida elettrico-benzina che con soli 89 grammi di Co2 per chilometro (contro i 104 della serie precedente) vince la concorrenza delle 'sorelle' Honda Insight e Civic, che scendono al quarto e settimo posto.
Si aggiudica la seconda posizione la mini Toyota IQ (soli 99 grammi di Co2), prima classificata nel 2009, seguita a breve distanza dalla Nissan Pixo a Gpl (96 grammi di Co2), leggera e parsimoniosa nei consumi. In buona posizione, anche le due Gpl di Suzuki, Alto e Splash, di classe mini e piccola, che vincono sulla Daihatsu Cuore Gpl, al nono posto. Le auto diesel sono rappresentate dalle piccole europee Smart fortwo e VW Polo in ottava e decima posizione.
Le posizioni delle auto nella classifica, dunque, come sottolinea Zampetti, "sono molto condizionate dal tipo di carburante che si utilizza. E' vero che la Fiat non compare tra i primi 10 modelli della nostra classifica però la Fiat è considerata tra le varie case automobilistiche Europee quella che ha come valore medio del parco auto venduto le emissioni minori di Co2 questo perche' investe soprattutto mezzi di media o piccola cilindrata".
La Fiat inoltre, aggiunge il coordinatore ufficio scientifico di Legambiente, "sta investendo molto anche sui mezzi a metano. Il metano tra i combustibili fossili oggi in circolazione è quello che ha le emissioni minori, ha emissioni praticamente azzerate di polveri sottili, ha emissioni molto basse di ossido di azoto e riduce di molto anche del 30% la Co2 rispetto alle auto a benzina e diesel. Sicuramente quindi è un carburante a bassi impatto ambientale. Quanto al costo è vero che è più elevato, ma se ragioniamo sul lungo periodo poi con gli anni grazie al risparmio sull'acquisto del carburante e sui consumi è un costo che viene ammortizzato".
E sul metano, infatti, la leadership è tutta italiana con il Gruppo Fiat che punta su questo combustibile per abbattere le emissioni. "Per la Fiat il metano è il futuro" commenta Giorgio Neri, responsabile pianificazione marketing brand Fiat.
"Abbiamo investito - aggiunge Neri- diverse centinaia di milioni di euro e continueremo a investire. Abbiamo appena presentato uno sviluppo straordinariamente innovativo del metano in associazione al nuovo motore bi-cilindrico che sara' presentato a luglio con la Fiat 500".
Si tratta di "un micro ibrido che, in associazione con un motorino elettrico e con l'alimentazione a metano, consentirà di ottenere livelli di emissioni senza precedenti. Questo perché crediamo che il metano sia una soluzione concreta, possibile e disponibile fin da subito ad un pubblico ampio e questa è la filosofia di Fiat per il contenimento delle emissioni".
Ma il mancato rinnovo degli incentivi sta creando problemi al mercato italiano causando "un crollo della domanda quantificabile nell'ordine del 30%. Nel caso dei carburanti alternativi questo crollo è ancora più sensibile dato che il delta prezzo con il carburante tradizionale è molto alto". In assenza di incentivi, aggiunge Neri, "stiamo notando che mentre il Gpl, tiene, il peso del metano sul mercato italiano è crollato perché passato dal 7% del 2009 a un -1% di quest'anno".
Gli incentivi, dunque, per Neri "aiutano e servono soprattutto allo sviluppo del metano molto di più di quanto non servano allo sviluppo del gpl. Il nostro punto di vista quindi è che gli incentivi a pioggia non sono la strada per tenere/mantenere la domanda fisiologica del mercato ma nel caso specifico del metano dato il suo contenuto straordinario di ecologicità e le caratteristiche di diffusione non capillare della rete distributiva il metano in questo caso merita un bonus ecologico".
Certo è che "Fiat non si ferma alla richiesta di supporti all'acquisto che pur riteniamo fondamentali nel metano. Ma continuiamo a sviluppare nuove tecnologie e nuove soluzioni legate a questo combustibile fossile" conclude Neri.