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L’Inter si riprende la vetta

I nerazzurri passano all’Olimpico con la Lazio (2-0) e vanno a +2 sulla Roma a due giornate dal termine. Nella 36.ma giornata, vincono Sampdoria e Palermo, la Juve dà l'addio al 4° posto. Pari fra Atalanta e Bologna, bergamaschi a un passo dal baratro. Siena matematicamente in B g

di Nicola Iannello

L’Inter si riprende la testa della classifica grazie alla vittoria 2-0 sulla Lazio nel posticipo dell’Olimpico. La classifica dopo trentasei giornate vede in nerazzurri a 76 punti, due in più della Roma, vincitrice sabato a Parma. Per la squadra di Mourinho un maggio con tre traguardi: mercoledì 5 la finale di Coppa Italia all’Olimpico contro la Roma (i nerazzurri si fermano nella capitale), volata scudetto nelle ultime due giornate, col confronto indiretto coi giallorossi, finale di Champions League contro il Bayern Monaco sabato 22.

All’Olimpico si è giocato in un clima surreale, con i tifosi della Lazio a fare il tifo per l’Inter, in spregio ai cugini romanisti. Reja lascia Rocchi in panchina e in avanti si affida a Floccari e Zarate. Mourinho gioca con una sola punta Eto'o, supportato da Sneijder (rilevato al 68’ da Milito) e Stankovic, con Zanetti, Cambiasso e Motta a centrocampo. Il pareggio pomeridiano dell’Atalanta col Bologna dà un po’ di respiro alla Lazio, che al calcio d’inizio ha 5 punti sulla terzultima. Il portiere biancoceleste Muslera subito chiamato in causa da un traversone insidioso di Eto’o. Zarate alleggerisce la pressione dell’Inter con un tiro alto, ma per Muslera è serata di superlavoro: Sneijder lo impegna su punizione poi lo costringe a un’uscita disperata ma efficace, anche se sulla ribattuta Eto’o raccoglie e mette fuori. Sempre il camerunense impegna l’estremo difensore laziale che però capitola nel minuto di recupero su colpo di testa ravvicinato di Samuel su cross dalla sinistra di Sneijder. Esultano anche i tifosi della Lazio, che in curva Nord mostrano uno striscione con un ironico “Oh noooo”, bissato a inizio ripresa sa uno dedicato al tecnico dell'Inter: "Mourinho uomo vero in un calcio finto", accompagnati da cori contro il presidente della Lazio, Lotito. Si gioca ormai su ritmi blandi. Dopo l’ingresso di Milito per Sneijder, il raddoppio lo confeziona Thiago Motta di testa su angolo dalla destra di Maicon. La partita non ha più nulla da dire.

Gli altri verdetti della giornata: Siena retrocesso in serie B, Juventus fuori dalla Champions League. La Sampdoria vince col retrocesso Livorno e sale a 63 punti, consolidando il quarto posto che vale i preliminari di Champions, ma domenica prossima dovrà vedersela con il Palermo, a quota 61, passato a Siena. Se i rosanero non riuscissero nel sorpasso, disputerebbero l’Europa League con Juve (pari a Catania) e Napoli (vittoria in casa del Chievo).

A Marassi, Sampdoria-Livorno 2-0. Del Neri schiera la formazione del secondo tempo dell’Olimpico che ha rimontato e battuto la Roma: Mannini al posto di Guberti in fascia, con Pazzini e Cassano in avanti. Gli amaranto con Mozart a centrocampo, Vitale e Bellucci dietro capitan Lucarelli. Cassano subito in gol con un’azione personale e sinistro a incrociare sul secondo palo (5’). Poi il fantasista si vede respingere la conclusione da Galante quasi sulla linea dopo un controllo virtuosistico al volo. Nella ripresa, Danilevicius si divora il pareggio di testa, stessa cosa fa di piede Di Gennaro, subentrato. Dopo una traversa di Mannini, Ziegler chiude i conti con una gran punizione di sinistro (84’).

Il Palermo va a vincere a Siena 2-1 e condanna i toscani alla serie B. Malesani sceglie il 4-2-1-3, con Ghezzal dietro il tridente Maccarone, Calaiò e Jajalo. Rossi affida la regia a Liverani, con Pastore dietro Cavani e Miccoli. Ghezzal subito pericoloso di testa ma in gol vanno i rosanero con Cavani (24’) su lancio di Nocerino da sinistra. Palo di Cassani. Sirigu nega il pari a Ghezzal, con un riflesso di piede su colpo di testa dell’algerino. Miccoli prosegue la sua stagione esaltante segnando (58’) con tocco di esterno destro (gol numero 18). Palermo in scioltezza: Nocerino impegna Curci, poi Pastore fuori in diagonale, ma il Siena accorcia le distanze con spizzata di testa di Calaiò su cross tagliato dalla sinistra di Maccarone (80’). Al “Bentegodi” successo in altalena del Napoli sul Chievo: 2-1. Nei gialloblù manca Luciano, Pinzi in posizione di trequartista, Pellissier e Granoche di punta. Mazzarri si affida all’estro di Lazezzi e Hamsik con Denis prima punta. Pellissier impegna De Sanctis e porta scompiglio in area partenopea. Denis fuori di testa poi alto su assist di Lavezzi, ma nel recupero “el Tanque” si riscatta, battendo Sorrentino con un preciso colpo di testa. Pari del “Diablo” Granoche al 75’su tiro di Bentivoglio non trattenuto da Den Sanctis. Il gol della vittoria dei partenopei lo segna Lavezzi: Sorrentino si fa sorprendere da una punizione bassa del “Pocho” (86’). Napoli a 56 punti, Chievo a 44.

Catania virtualmente salvo con l’1-1 del “Massimino” con la Juve. Etnei a trazione anteriore, con Izco e Mascara a support di Maxi Lopez. Bianconeri di Zaccheroni con la difesa a quattro e un centrocampo muscolare, con Marchisio, Poulsen e Felipe Melo, in avanti Diego e Del Piero a svariare, con Iaquinta terminale offensivo. Occasione prima per Del Piero poi per Iaquinta con un sinistro fuori di poco. Buffon para su Maxi Lopez, poi Del Piero si mangia un gol su disimpegno sbagliato della difesa rossazzurra, tirando su Andujar. Catania in vantaggio con Silvestre dopo parata di Buffon su colpo di testa di Terlizzi (24’). Andujar porta la squadra in vantaggio negli spogliatoi, con un riflesso prodigioso su Del Piero. Ripresa. Pari di Marchisio dopo un primo tentativo (52’). Ma la Juve deve ringraziare Buffon che al 90’ salva su Maxi Lopez da distanza ravvicinata. La classifica dice 55 per i bianconeri e 41 per il Catania, che per la salvezza matematica deve attendere domenica prossima.

A far esultare il Catania il pareggio 1-1 del Bologna in casa dell’Atalanta. A Bergamo, Doni parte dalla panchina per scelta di Mutti, che in avanti si affida ad Amoruso e Tiribocchi. Colomba schiera la difesa a cinque e in attacco mette Zalayeta e Di Vaio. Gol annullato a Tiri per fuorigioco. Al quarto d’ora l’Atalanta spreca un rigore (fallo di Portanova su Guarente): Valdes tira centrale, Viviano respinge di piede. Ma i nerazzurri si rifanno con Guarente, direttamente su punizione al 23’: stavolta Viviano si fa sorprendere fuori dai pali dalla traiettoria.

Nel finale un episodio che infiamma lo stadio: con palla ancora ferma per una punizione da battere per il Bologna, Tagliavento fischia una trattenuta di Pellegrino su Portanova in area atalantina e ammonisce il difensore che protesta platealmente beccandosi il rosso; non si tratta di rigore, in quanto il pallone non era ancora in gioco.Nella ripresa Bologna in campo con quattro attaccanti, ma a condannare l’Atalanta è un incredibile autorete di Peluso, che di piatto mette nelle propria porta dopo respinta di Consigli (82’). Nel finale, Amoruso sfiora il gol vittoria con una girata di testa fuori di poco. Solo la matematica non condanna alla retrocessione i bergamaschi (35 punti), che dovrebbero vincere le prossime due partite, sperando in altrettante sconfitte di Lazio e Bologna (40).

Al “San Nicola” Bari-Genoa 3-0. Bari con Koman, Barreto e Meggiorini in avanti. Solito 3-4-3 per Gasperini, con Sculli, Acquafresca e Palladino in avanti. Almiron si divora un gol fatto, cercando il cucchiaio davanti a Scarpi. Sull’altro fronte Acquafresca mette fuori di testa. I gol tutti nel secondo tempo. Apre Meggiorini con un sinistro potentissimo appena dentro l’area (57’). Raddoppia Castillo (85’) con un diagonale di sinistro. Tris di Barreto (89’). Genoa a 48 punti, Bari a 46 con Fiorentina e Parma.

Pari in campo e pari in classifica per Cagliari e Udinese. Al “Sant’Elia” finisce 2-2, per 43 punti complessivi. Sardi senza Cossu, con Jeda a ispirare Matri e Larrivey. Marino con tre attaccanti: Sanchez, Di Natale e Pepe. Cagliari in gol al 15’, con Lazzari di testa su invito calibrato dalla destra di Jeda. L’Udinese si sveglia e colpisce due volte in due minuti: con Di Natale su assist di Pepe (26’) e con Sanchez di testa su cross dalla sinistra (28’). Per Di Natale gol numero 26. Nella ripresa Matri ingaggia un duello col portiere udinese Handanovic, che gli neutralizza tre conclusioni, ma sulla respinta della terza irrompe Jeda per il gol del pareggio (58’).

Domenica prossima e domenica 16 maggio tutti in campo in contemporanea alle 15.