Atlante delle crisi


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Tigri Tamil grandi assenti

I separatisti sconfitti lo scorso anno dall'esercito assenti dalla campagna elettorale d

Grandi assenti della campagna elettorale sono stati i separatisti Tamil, sconfitti l’anno scorso dall’esercito.

Il maggior partito etnico, l’Alleanza Nazionale tamil, si presenta solo in alcuni collegi, mentre le Tigri tamil, che per decenni hanno controllato ampie porzioni di territorio, sono state decimate. Gli ultimi mesi dell’offensiva si sono svolti senza che cronisti sul posto potessero testimoniare quanto stava accadendo. I bilanci governativi su danni e vittime sono stati contestati dall’Onu. Oggi, undicimila persone ritenute sospette sono ancora detenute in centri di riabilitazione. Le Ong straniere criticano e denunciano, la stampa locale tace. Decine di migliaia di tamil continuano a vivere, ancora oggi, in condizioni di assoluta precarietà, specialmente nei campi profughi. Da sempre, la minoranza di etnia tamil e di religione induista (circa il 15% della popolazione) lamenta varie forme di discriminazione attuate dalla maggioranza cingalese, di fede buddista. Da qui la lotta delle Tigri per l’indipendenza, avviata nel 1983. Secondo i detrattori, nel conflitto Rajapaksa avrebbe avuto un aiuto provvidenziale nello tsunami del 26 dicembre 2004. Lesinando aiuti alle regioni a maggioranza tamil, le avrebbe indebolite.

In campagna elettorale, tutti i partiti hanno formulato le stesse promesse: crescita economica, più posti di lavoro, riforma agraria e riconciliazione. Rajapaksa ha sottolineato che oggi, grazie alla pace raggiunta, lo Sri Lanka è entrato nella fascia dei Paesi a reddito medio, con 2.053 dollari annui pro capite, e ha fissato l’obiettivo dei 4.000 dollari per il 2016. Il Centro di monitoraggio della campagna ha contato 340 episodi di violenza, con la morte di un giovane. Il governo ha dispiegato 80mila militari per garantire la regolarità del voto, ma l’opposizione denuncia soprusi.