A pochi mesi dalle presidenziali che hanno incoronato Mahinda Rajapaksa a capo del Paese, lo Sri Lanka definisce i suoi equilibri politici rinnovando il Parlamento.
La coalizione Upfa di Rajapaksa, che detiene una maggioranza di 129 deputati su 225, mira ai due terzi degli scranni per poter modificare la Costituzione.
I risultati finali si sapranno solo il 19 aprile, ma i dati parziali indicano un netto predominio dell'Upfa. Di molto staccati i partiti d'opposizione. Il capo dello Stato esulta per la vittoria pur ammettendo che forse non riuscirà a ottenere i due terzi sperati.
Si oppongono alla maggioranza il Fronte Nazionale dell'ex premier Wickremasinghe (Unf) e l'Alleanza Democratica (Dna) dell'ex generale Fonseka, che sfidò Rajapaksa alle presidenziali e che si trova attualmente in carcere.
L'Unf, di gran lunga la maggior forza di opposizione, otteneva il 27,3%, sempre quando lo spoglio era a un quinto.
In campagna elettorale, tutti i partiti hanno formulato le stesse promesse: crescita economica, più posti di lavoro, riforma agraria e riconciliazione. Rajapaksa ha sottolineato che oggi, grazie alla pace raggiunta, lo Sri Lanka è entrato nella fascia dei Paesi a reddito medio, con 2.053 dollari annui pro capite, e ha fissato l’obiettivo dei 4.000 dollari per il 2016.
Rajapaksa ha sottolineato che oggi, grazie alla pace raggiunta, lo Sri Lanka è entrato nella fascia dei Paesi a reddito medio, con 2.053 dollari annui pro capite, e ha fissato l’obiettivo dei 4.000 dollari per il 2016.