di Federica Marino
Nuovo appuntamento per chi ama i cavalli: dal 9 all’11 aprile debutta RomaCavalli, Salone internazionale dell’equitazione e dell’ippica.
Un’iniziativa ambiziosa, che in molti hanno interpretato come un guanto lanciato alla veronese Fiera Cavalli, oggi punto di riferimento italiano e internazionale del settore. Come che sia, RomaCavalli punta alto. Dalla presentazione emerge chiara la volontà di creare un nuovo “polo del cavallo”, geograficamente più centrale e più centrato sul territorio. La manifestazione si propone infatti come protagonista tra le fiere di settore al mercato mediterraneo.
Che c’entra il cavallo con Roma e con il Lazio? Via del Corso si chiama così perché ci correvano i cavalli barberi durante il carnevale romano; era laziale quell’Augusto Imperiali, che con i suoi butteri affrontò – e secondo italica storiografia sconfisse in rodeo - i cowboy di Buffalo Bill; la tenuta dell’Olgiata, alle porte della capitale, ha dato con la lombarda Dormello il nome a una razza di purosangue da galoppo che conta tra i suo i campioni il grande Ribot; in cima alla scalinata del Campidoglio campeggia la statua equestre dell’imperatore Marc’Aurelio e in fondo ci sono i Dioscuri Castore e Polluce, protettori dei cavalli e raffigurati in due altre sculture davanti al Quirinale… può bastare?
Questa la base storica e culturale del nuovo Salone internazionale, che non dimentica il fattore economico e anzi dichiara apertamente il proprio radicamento nella realtà produttiva del Lazio e romana, a partire dalla partecipazione della Regione, attraverso l’Arsial, l’Agenzia regionale sviluppo e incremento agricolo regionale.
Aspettando di vedere gli eventi, l’offerta è varia, per raggiungere tutti gli ippoappassionati: gare di monta inglese e western, presentazione e vendita di cavalli, l’eleganza antica delle carrozze, le diverse monte da lavoro, prima fra tutte quella dei butteri: ai “cowboy maremmani” è anche dedicato lo Spettacolo delle tradizioni, che porta in scena la fatica quotidiana del lavoro a cavallo nelle paludi tra Toscana e Lazio..
E ancora occhio all’ambiente con Greenhorse, la sezione ecosostenibile; focus sul benessere del cavallo nei talkshow e nei convegni di veterinaria; il punto sulla salute umana nella tavola rotonda Il cavallo oltre lo sport, che guarda al settore sociosanitario della riabilitazione equestre. Con il contributo scientifico della onlus romana L’Auriga, la tavola rotonda esamina le prospettive professionali del settore, la qualità dei servizi per gli utenti disabili, l’impiego “etico” ed etologico dei cavalli impegnati in questa attività, alcuni provenienti dalle corse grazie anche all’impegno dell’associazione Relived Horses.
Grande attenzione al mondo dell’allevamento, con la presenza in fiera di molte razze da tutto il mondo, e ovviamente di quelle indigene portate dall’Associazione italiana allevatori. Per l’ippica, con i fantini della Scuola di Pisa, sbarcano in Fiera il Museo del trotto e le quaranta riproduzioni leonardesche di proprietà Unire. Ancora arte nella rassegna fotografica Il cavallo, Colori e Armonie, dedicata a Luciano Pavarotti, e per i talenti in erba il concorso per bambini Disegna il tuo cavallo. Si chiude in bellezza con lo spettacolo Aria, Acqua, Terra e Fuoco, il gala che spegne le luci della fiera per accendere i riflettori sul Master di salto ostacoli.
Un grandangolo sul cavallo, insomma, questo nuovo Salone, che cerca di rappresentare i tanti modi differenti di “frequentare” un animale da millenni a fianco dell’uomo: tre giorni sono pochi, ma sono un inizio.