di Rita Piccolini Da circa una settimana è in libreria una nuova biografia della grande stilista francese: “Il mondo di Coco Chanel” di Karen Karbo.” ”Lezioni di vita e di stile dalla donna più elegante di sempre” si legge sulla copertina del libro, proprio sotto il titolo. Ma cosa continua a incuriosire di “Mademoiselle”, tanto da proporre una nuova biografia? Sicuramente la grande attualità della sua lezione e una indiscutibile modernità delle sue creazioni.
Stile,indipendenza e classicità senza tempo: queste le caratteristiche di un’artista della moda che ha creato lo stile della donna moderna. Una donna che vive il suo tempo, che lavora e che per questo, pur mantenendo la propria eleganza e femminilità, ha bisogno di non mascherarsi per affrontare la vita, ma di indossare abiti comodi, pratici ed estremamente eleganti in quanto credibili e non ridondanti. Come dimenticare che “Mademoiselle” affermava che da un abito “è meglio togliere, piuttosto che aggiungere”, e che una donna non può andare in giro come se fosse un’enorme meringa. E’ bene ricordare, per capire il suo successo, che un tipico cappello dell’era pre-Chanel poteva avere anche un diametro di 60 centimetri e e aveva sempre una tesa ampia per pizzi, velluti , fiori di seta, piume e quant’altro.
Raccontando la storia di Coco Chanel, Karen Karbo delinea anche i lati più nascosti della sua personalità e racconta i suoi giudizi impietosi, le battute fulminanti, gli indimenticabili aforismi che hanno contribuito a renderla una vera e propria icona della moda del Novecento. E poi,soprattutto, la scelta dei materiali che hanno reso uniche le sue creazioni. “Chanel era prima di tutto e soprattutto una realista, e tutto quanto ha a che fare con Chanel è realistico- si legge nel libro- non ha mai ignorato il costo delle cose”. Fu anche questo uno dei motivi per cui cominciò a usare il jersey. Lo modellò in uno dei suoi famosi abitini che fasciano il corpo e lo rese chic, creando dal nulla lo stile contemporaneo.
Nel libro di Karen Karbo, in cui si raccontano episodi della vita di Coco, si analizza anche il perché a volte “Mademoiselle” mentiva su di sé. Era un’esperta nel diffondere informazioni sbagliate sulle sue umili origini. “Mentiva o edulcorava quasi tutto della sua infanzia” ci spiega l’autrice. Era diventata a tal punto un mito, che tutti emulavano la sua eleganza, adoravano il suo stile. Ne venne accolto con un abbraccio anche il ritorno, dopo il periodo di disgrazia per aver frequentato un nazista, nonostante ciò però la curiosità sulle sue origini non la volle mai soddisfare, senza rendersi conto che se le avesse raccontate, sarebbe stata stimata e probabilmente apprezzata ancora di più. Forse, spiega l’autrice, “per continuare a essere chi era aveva bisogno di credere di venire da un contesto migliore, aveva bisogno di credere dentro di sé di valere il denaro e il rispetto che riscuoteva”.
Ma ormai cosa importa? Di lei continuiamo a parlare perché è un’icona dei nostri tempi. E la sua modernità è determinata anche dal fatto che indossava gli abiti che disegnava per la vita che conduceva. Coco Chanel diceva: “Non faccio moda, io sono la moda”.