''Se vuoi vendere una storia e non sai come fare, hai trovato il posto giusto'': è questo lo slogan di Sellthatstory.com, un sito inventato da due giornalisti inglesi che raccoglie storie, le seleziona e le vende a giornali, settimanali e altri media della Gran Bretagna.
Gli ideatori di questa specie di agenzia di 'vita vissuta' sono due noti giornalisti britannici con un'esperienza ventennale: Angela Epstein, ex editorialista di Men, e John Jeffay, ex direttore del Manchester Metro News.
''Chiamateci o mandateci una e-mail per raccontarci la vostra storia e vi diremo quanto si può guadagnare - scrivono sull'homepage -. Non c'è nessun obbligo, nessuna pressione, solo un semplice filo diretto con quello che può trasformare la vostra vita reale in denaro contante. Vendere la propria storia - aggiungono - può essere un'esperienza molto positiva. Vi condurremo per mano in questo percorso con la minima invadenza e la massima sensibilità'', promettono Epstein e Jeffay.
Tra le varie sezioni di Sellthatstory.com, ce n'è una che dà rassicurazioni ai possibili portatori di storie: dal rispetto della privacy, alla pubblicazione solo con il loro consenso, alla promessa di concludere il miglior affare possibile. Ma la domanda più frequente al sito è evidentemente una: 'Quanto sarò pagato per la mia storia?'. ''Più è incredibile, maggiore sarà il guadagno'', dicono i due giornalisti che danno anche delle cifre indicative: ''La maggior parte dei quotidiani e delle riviste possono pagare dalle 200 alle 500 sterline per ogni storia. Cifra che può arrivare, a seconda del contenuto a 1000 o 2000 sterline''. Epstein e Jeffay specificano che per questa attività di mediazione non prendono soldi dagli utenti, ma dai media a cui venderanno la storia.
''C'è un insaziabile appetito per storie di vita vissuta - così John Jeffay ha spiegato l'iniziativa a Sarah Hartley, blogger del Guardian -. Basta sfogliare una rivista femminile per avere un'idea: la richiesta maggiore è di storie di persone comuni che parlano di esperienze straordinarie''.
Insomma, l'idea dei due scaltri giornalisti inglesi potrebbe avere successo tra gli utenti complice la recessione (di questi tempi non e' facile guadagnare dal nulla da 200 a 2000 sterline). E aggiunge anche un tassello al dibattito planetario sull'editoria che, messa a dura prova da Internet, cerca nuove forme di guadagno proprio pescando dalla Rete.