IL PICCOLO NICOLAS E I SUOI GENITORI

di Sandro Calice

IL PICCOLO NICOLAS E I SUOI GENITORI
di Laurent Tirard, Francia 2009 (Bim)
Kad Merad, Valérie Lemercier, Sandrine Kiberlain, Maxime Godart, François-Xavier Demaison, Michel Duchaussoy, Daniel Prévost, Michel Galabru, Anémone, François Damiens, Louise Bourgoin, Vincent Claude, Charles Vaillant, Victor Carles, Benjamin Averty, Germain Petit Damico, Damien Ferdel, Virgile Tirard


Delizioso. Il piccolo Nicolas è un classico della letteratura per bambini nato nel 1959 dalla matita di Jean-Jacques Sempé e dalla fantasia di quel genio di René Goscinny, padre anche di Asterix e di Lucky Luke. Laurent Tirard, con sensibilità e rispetto, rende onore all’opera originale. Nicolas ha otto anni e una vita perfetta che vorrebbe non cambiasse mai. La madre lo ama, il padre lo fa ridere, la sua maestra è dolcissima. E poi ci sono i suoi amici: il grasso Alceste che guai a toccargli il cibo, Rufus bravissimo a mettersi nei guai, Clotaire l’ultimo della classe ma un cuore grande così, Agnan il cocco della maestra e nessuno lo può picchiare perché porta gli occhiali, Eudes fortissimo e gli piace dare pugni sul naso, Geoffroy ricchissimo che viene a scuola con l’autista e Joachim che ha un fratellino. Ed è proprio Joachim a sconvolgere la vita perfetta di Nicolas, quando gli mette in testa che i suoi genitori aspettano un altro bambino e che per questo abbandoneranno lui. Non c’è un minuto da perdere! Serve un piano per rimediare a questa tragedia, e tutti faranno la loro parte.

E’ sempre difficile confrontarsi con un racconto disegnato, più difficile che con un romanzo, dove la fantasia dei lettori lascia spazi sconfinati alla creatività di un regista. Nel fumetto, invece, il personaggio e il suo mondo sono lì, definiti, scolpiti nella vista e nella memoria. Ancor più quando si tratta di classici, come il tratto minimalista di Sempé e l’ironica perfezione del linguaggio di Goscinny. Ma Tirard (“Le avventure galanti del giovane Moliere”) riesce nell’impresa. E il film restituisce l’idea originale di una fiaba universale sull’infanzia, di ognuno, in ogni tempo e luogo. Un mondo che non è vero, dove tutto è colorato e nessuno si fa veramente male, ma che proprio per questo appartiene alla memoria di tutti. Bravi tutti gli attori, perfetta l’ambientazione, bella la fotografia. C’è un bambino che guarda e racconta il mondo degli adulti, e ascoltarlo è uno spasso.