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Italiani popolo di collezionisti

Si va dai pezzi di antiquariato alle sorpresine Kinder. Tra le collezioni più curiose, le 'cartine' che avvolgono le arance tarocco e i campanelli usati nelle reception degli hotel g

Per passione, hobby, o vera e propria mania, la crisi economica non scoraggia la voglia di collezionare, si tratti di pezzi di antiquariato di grande valore, di orologi antichi, piuttosto che di bottoni, rosari, santini, tappi di bottiglia o sorpresine Kinder. Se ai primi posti, per numero di appassionati e volumi di mercato, restano francobolli, monete, cartoline, libri antichi, giornali e riviste d'epoca, giocattoli autografi o adesivi, e 'tiene' il collezionismo di orologi o cornici d'epoca, continua la passione per gli oggetti quotidiani che possono trasformarsi in raccolte di valore.

Fra le collezioni più originali, ci sono infatti quella delle 'cartine' che avvolgono le arance tarocco, dei biglietti 'numero uno' di mostre, spettacoli o concerti, dei campanelli usati nei banchi reception degli hotel, o delle etichette dei vestiti. Ma gli italiani continuano a raccogliere bustine di zucchero, tappi di bottiglia, saponette degli alberghi, flipper antichi, lamette da barba, capsule di spumante, carte telefoniche, targhe automobilistiche o sorpresine kinder. Queste ultime vantano addirittura un vero 'esercito' di appassionati: basti pensare che esistono associazioni di collezionisti e meeting interamente dedicati agli oggetti-sorpresa degli ovetti di cioccolata.

E ancora. Fra le collezioni che negli ultimi anni hanno preso molto piede ci sono quelle dei vecchi telefoni cellulari o le cartoline pubblicitarie 'promo-card', o dei gadget della Coca Cola. Ma il collezionismo resta un mondo variegato e numeroso, che però neanche gli esperti riescono a quantificare. Si va infatti dall'esperto che lo fa per mestiere a chi parte da un'iniziale curiosità e poi, seppure per hobby, diventa un cultore degli oggetti che colleziona.

Ma cosa spinge una persona a diventare collezionista ? Secondo Rolando Ciofi, Coordinatore nazionale della 'Rete nuove dipendenze patologiche', sono tre le motivazioni. "La più classica è l'amore per il bello, per le opere d'arte, gli oggetti preziosi ma anche i francobolli, le monete, gli orologi, etc. Di norma questa forma di collezionismo, che può essere considerata anche forma di investimento, non tradisce tratti psicologici particolari".

"Esiste poi una motivazione sentimentale, ovvero il trattenere i ricordi, gli oggetti dell'infanzia, le lettere le cose della propria vita, delle proprie storie. In questo caso forse non si può parlare di collezionismo vero e proprio ma ci sono persone, legate al passato, che nella loro vita non riescono a 'buttare via nulla'. Ebbene, questi tratti possono preoccupare un po' sul piano psicologico ed essere talvolta collegabili a stati depressivi o quanto meno 'malinconici', legati alla paura del cambiamento o a caratteristiche di dipendenza affettiva".

Infine c'è una forma di collezionismo patologico, che "consiste nell'accumulare le cose più o meno assurde in modo ossessivo e compulsivo. Si tratta in questo caso del sintomo che indica un importante disturbo d'ansia, il disturbo ossessivo compulsivo appunto. Stabilire dove termina la normalita' e inizia il disturbo - spiega - è cosa da specialisti ma in generale non è difficile anche per il profano comprendere ove vi sia una maniacale attività di ricerca e di accumulo e dove invece vi sia il sano piacere di possedere cose che appagano".