Le parole della politica

Il nuovo saggio di Gianfranco Pasquino j

Dalla 'a' di 'antipolitica' alla 'v' di 'vocazione maggioritaria': sono quarantadue ' Le parole della politica’ che Gianfranco Pasquino prende in esame, per tracciare un aggiornato lessico del dibattito politico odierno.

Un lessico che tiene conto – e lo dichiara apertamente - delle opinioni dell'autore. Pasquino è infatti professore di Scienza della Politica all'Università di Bologna e già una decina di anni fa aveva fatto un suo censimento ragionate delle ''parole'', in un altro suo libro, ‘La transizione a parole', che ha molti punti di contatto con la nuova pubblicazione.

Questo perché molte parole hanno avuto fortuna e si sono affermate nel dibattito quotidiano; ma anche e soprattutto perché, come spiega l'autore, “la transizione italiana non si è affatto esaurita. Infatti i partiti continuano a trasformarsi, la dinamica della loro evoluzione muta e diventa più aspra, le istituzioni e la legge elettorale continuano a essere oggetto di critiche e di dibattiti intensi, acrimoniosi, sterili”.

Per criticare o per aderire ai nuovi partiti, per affermare novità e autonomie c'è comunque bisogno di parole, spesso di parole nuove, in ogni caso (possibilmente) di parole chiare. E qui lo scienziato della politica trova la sua missione nel descrivere e spiegare le nuove parole, nel chiarire dove sono nate e con quale accezione originaria, nel seguire il loro tragitto semantico, dalla nascita magari in altri ambiti a quello politico. Ecco dunque, in ordine alfabetico, la Antipolitica individuata ''come un tratto permanente della scarsa cultura politica degli italiani''. Ecco l'Assemblea costituente, che concerne le modalità di scegliere per cambiare la Costituzione. Oppure il Berlusconismo descritto come ''un insieme complesso, non sempre del tutto coerente, di atteggiamenti, di sentimenti, di comportamenti e di fenomeni manifestatisi nel campo sociale, e economico, politico e comunicativo''.

Si parla poi di Bicamerale, che per un certo tempo è sembrata lo strumento adatto per la riforma costituzionale; di Bipolarismo, del quale si illustrano esempi stranieri e illusioni italiane; di Cancellierato, criticato per tutti gli anni Settanta come un fenomeno autoritario e poi rivalutato dai politici italiani, che lo intendono però ognuno a modo suo.
Ultimo termine è Vocazione maggioritaria, alla quale ogni partito aspira ovviamente, ma che ha avuto una particolare enfasi nella campagna elettorale di Walter Veltroni nel 2008, con risultati tutt'altro che positivi.