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Pizza '4 stagioni' addio

La sfida parte dalla provincia di Treviso, dove è nata la prima pizzeria a chilometri 'zero' d

di Mario Papetti

Da oggi si cambia. La sfida parte da Cessalto in provincia di Treviso dove Rodolfo e Fabio, titolari della pizzeria "da Bepi", si sono ribellati al solito clichè e nel loro menù presentano le pizze che cambiano secondo le stagioni. In pratica tengono conto negli ingredienti dei prodotti presenti in quella zona ed in quel momento nell'orto, nel bosco o nel mare (come peperoni, melanzane,rucola, carciofi, funghi o il pescato). Nei prossimi mesi anche molte altre pizzerie del Veneto seguiranno l'esempio dei due fratelli.

Niente più pizze standard, dunque, fatte con ingredienti che vengono da lontano, ma precedenza assoluta a quelli locali e soprattutto spazio all'educazione alimentare. Nel loro locale è vietato ordinare una pizza estiva quando è inverno. Inutile insistere, proprio non si può. Ogni mese si cambia, ovviamente in base alla produzione reperibile nelle campagne limitrofe in quel momento. Un modo anche per dire no ai prodotti che vengono oltreconfine. Metà delle pizze servite nelle 25 mila pizzerie nazionali non contengono, infatti, prodotti Made in Italy.

Il debutto è, ovviamente, con la pizza "Primavera" fatta rigorosamente con la rugola dell'orto di casa e con la cipolla di Chioggia grigliata. Interessante anche la "Nostrana" che prevede erbe di campo che in questo periodo crescono in abbondanza. Tra le curiosità c'è la "Carlotta" con pesce pescato nell'Adriatico nei pressi della località balneare di Caorle.

"Si tratta - sottolinea Giorgio Piazza, presidente della Coldiretti del Veneto - di una vera e propria rivoluzione: salva infatti il clima perchè riduce l'impiego di prodotti che consumano energia per essere conservati a lungo o che devono percorrere migliaia di chilometri di distanza con mezzi altamente inquinanti prima di raggiungere la destinazione. La ricetta delle nuove pizze a chilometro zero varia dunque in base alla produzione reperibile nelle campagne limitrofe in quel momento. Obiettivo è quello di garantire il legame col territorio ed evitare la perdita di freschezza e genuinità delle pizze standard. Per questo Coldiretti ha riconosciuto oggi la prima pizzeria che cucina la pizza secondo stagione con tipicità fresche e genuine. Una scelta, dunque, legata all'educazione alimentare e al sostegno della produzione agroalimentare del territorio, vera ricchezza della nostra terra".

Oggi la pizza è la parola italiana più conosciuta all'estero con l'8% seguita dal cappuccino (7%), dagli spaghetti (7%) e dal caffè espresso (6%) secondo un sondaggio della società Dante Alighieri. In Italia ci sono 25 mila pizzerie che danno lavoro a 120 mila persone. Il fatturato si aggira intorno ai 5 miliardi di euro ed è in crescita nonostante la crisi.