Enogastronomia


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Campania, mappa di aziende e terroir

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■ Feudi di San Gregorio Loc. Cerza Grossa - 83050 Sorbo Serpico (AV) - 0825 986611 – www.feudi.it Situata nel cuore dell’antico Principato Ulteriore, a Sorbo Serpico, nasce nel 1986 grazie alla caparbietà delle famiglie Ercolino e Capaldo. Oggi è una società per azioni nelle mani dei Capaldo, capace di “sfornare” circa 4 milioni di bottiglie di vino di ottimo livello e spiccato pregio. Agli inizi basò la sua produzione su 30 ettari di vigna, divenuti oggi 230, cui si aggiungono 90 ettari di affitto in gestione. Buona parte dei vigneti è impiantata sui più vocati terreni delle colline irpine, comprese tra i 350 e i 600 metri di altitudine, frutto di un binomio particolarissimo tra ceneri vulcaniche e substrati sedimentari. Il nome deriva dal fatto che al tempo del pontificato di Gregorio Magno (590-604 d.C.) le terre del Sannio e dell’Irpinia, disposte lungo l’Appia e da sempre dedicate alla vitivinicoltura, costituivano il fondo sannitico del Patrimonio di San Pietro. Memoria ancora viva del Patrimonium Sancti Petri d’età gregoriana è la denominazione San Gregorio, con cui è indicata una contrada dolcemente collinosa che tra il Sannio e l’Irpinia costeggia l’Appia. L’azienda conduce anche una significativa attività di ricerca e sviluppo in collaborazione con l’Istituto di Coltivazioni Arboree dell’Università di Milano e con il Dipartimento di Scienza degli Alimenti dell’Università di Napoli. Attualmente si avvale della collaborazione enologica di tecnici di alto livello come Hans Terzer, Georges Pauli e Anselme Selosse. I vini più famosi dell’azienda: Serpico (Aglianico di Taurasi), Taurasi Piano di Montevergine, Patrimo (da uve Merlot), Privilegio (vendemmia tardiva di Fiano e Falanghina), Greco di Tufo Cutizzi, Fiano di Avellino Pietracalda.

■ Fontanavecchia Via Fontanavecchia - 82030 Torrecuso (BN) - 0824 876275 – www.fontanavecchia.info L’azienda di Libero Rillo si trova su una collina silenziosa e di bellezza seducente, caratterizzata dalla forra “Fuoss ’a noce”, una gola stretta e ripida sul fondo della quale scorre un corso d’acqua che circonda di verde secolare la cantina e, come una sentinella, vigila sulle vigne di Aglianico e Falanghina. Fondata nel 1980 dai Rillo, famiglia con alle spalle una tradizione centenaria nella vinificazione delle uve. I primi imbottigliamenti sono del 1990 con l’Aglianico del Taburno e la Falanghina. L’obiettivo principale è quello di contribuire alla diffusione dell’Aglianico e di far riscoprire i vitigni tradizionali regionali più trascurati. I vini più famosi dell’azienda: Aglianico del Taburno Vigna Cataratte Riserva (nelle più grandi annate è stato insignito del titolo di Vino dell’Eccellenza da “Duemilavini” il libro-guida ai vini d’Italia), Falanghina del Taburno, Orazio (un rosso ad Igt che prevede un blend tra l’Aglianico e il Cabernet).

■ Furore – Marisa Cuomo Via Giovambattista Lama, 14 - 84010 Furore (SA) – 089 830348 – www.marisacuomo.com L’azienda, magistralmente guidata da Andrea Ferraioli e Marisa Cuomo, si trova nel comune di Furore a 500 metri a picco sul mare. Si tratta di una piccola ma ambiziosa realtà, avviata alla vitivinicoltura agli inizi degli anni Quaranta, che dispone oggi di una superficie vitata di circa diciassette ettari, faticosamente “rubata” ai costoni di Furore. Il suolo è costituito da rocce dolomitiche calcaree su cui la vite è allevata prevalentemente a pergolato e spesso piantata sulle pietrose pareti verticali. I vini che maturano in barrique sono custoditi nell’antica cantina scavata direttamente nella roccia umida e fresca. La produzione si basa essenzialmente su vitigni autoctoni, valorizzati al massimo dalla modernità dell’interpretazione. Il Costa d’Amalfi Furore Rosso Riserva è il vino aziendale che prevede nel blend Aglianico e Piedirosso in parti uguali; l’azienda è balzata agli onori della cronaca del vino di qualità anche grazie ai numerosi riconoscimenti ottenuti negli anni con il Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva, singolare blend di vitigni tipici solo di questa zona (Ripoli, Fenile e Ginestra) che ha conquistato l’Oscar del Vino come Miglior Vino Bianco, durante il Premio Internazionale del Vino 2006, organizzato ogni anno sin dal 1999 dalla Bibenda Editore.

■ Mastroberardino Via Manfredi, 75/81 - 83042 Atripalda (AV) – 0825 614111 – www.mastroberardino.com La storia dell’azienda è secolare, anche se la prima iscrizione alla Camera di Commercio è “solo” del 1878: le prime notizie sulla sua attività nel settore vitivinicolo risalgono addirittura al Seicento e attualmente il gruppo di vertice annovera rappresentanti della decima generazione della famiglia. Da sempre i Mastroberardino lottano per la salvaguardia e la tutela dei vitigni autoctoni sul territorio campano, una vera e propria battaglia culturale che ha fatto attribuire ad Antonio l’appellativo di “archeologo della vite e del vino” (H.Johnson, 1989). Oggi la struttura aziendale poggia su oltre 300 ettari, tra vigne di proprietà e in conduzione, e continua a recitare un ruolo da protagonista nella storia della vitivinicoltura in Campania e in tutta Italia, con un’ampia gamma di vini che coniugano insieme tradizione e modernità. Il Taurasi Radici e il Taurasi Naturalis Historia si attestano ogni anno tra i migliori Aglianico della regione. Altri vini aziendali da segnalare : Fiano di Avellino Radici e More Majorum, Greco di Tufo Novaserra.

■ Luigi Maffini Località Cenito – 84048 Castellabate (SA) – 0974 966345 – www.maffini-vini.com Fondata negli anni Sessanta, l’azienda dei Maffini viene profondamente ammodernata quando un incoraggiante successo arride a Luigi dopo la nascita del Kràtos, bianco dalle uve Fiano di un antico vigneto di famiglia. Dopo il reimpianto di parte delle uve nel 1997, la superficie su cui poggia attualmente la produzione è di 11 ettari in proprietà e 7 in affitto. Si è arrivati attualmente ad una produzione di circa centomila bottiglie l’anno e cinque etichette. La migliore espressione di Aglianico del Cilento è racchiusa nel Cilento Aglianico Cenito. Oltre al Kràtos segnaliamo anche il Pietraincatenata, bianco da uve Fiano di grande livello e spiccato pregio.

■ Cantine Antonio Caggiano Contrada Sala – 83030 Taurasi (AV) – 0827 74723 – www.cantinecaggiano.it La Caggiano nasce nel 1990 nel centro di Taurasi, l’antico borgo irpino, con lo scopo di ricreare un ambiente dalle forme tipiche dell’architettura locale, dedicandosi alla vitivinicoltura. Le cantine furono costruite quasi per gioco, da un’idea di Antonio anche per creare un piccolo museo della cultura contadina. Edificate con metodi all’avanguardia rispettando gli ambienti sotterranei preesistenti caratterizzati da pareti di pietra, archi e soffitti a volta. Il percorso si snoda verso il basso, tra antiche fontane di pietra e nicchie ornate da scene della vendemmia e molti oggetti, qua e là, legati alla viticoltura. Antonio Caggiano ha fortemente creduto in questo progetto ed è riuscito, nel giro di soli dieci anni, di portarla ai vertici dell’enologia nazionale grazie ad una delle migliori interpretazioni di Aglianico: il Taurasi Vigna Macchia dei Goti. Dalla cantina escono anche il Devon e il Béchar, due versioni di vinificazione in chiave moderna, tramite l’utilizzo delle pièce, rispettivamente di Greco di Tufo e Fiano di Avellino.

■ Villa Matilde SS Domitiana, 18 km 4+700 – 81030 Cellole (CE) – www.villamatilde.it Ha ottime referenze la proprietà della famiglia Avallone che ha avuto il grande merito di riscoprire e far rinascere uno degli antichi miti dell’enologia italiana, il Falerno del Massico. Si avvale in cantina della consulenza enologica del preparato wine-maker Riccardo Cotarella. Oltre 120 gli ettari da gestire, di cui 50 in conduzione. Il Falerno del Massico Rosso Camarato, da Aglianico all’80% con saldo di Piedirosso, e tutta la produzione dell’areale di Roccamonfina, sono stati negli ultimi anni affiancati dai vini provenienti della Tenuta Rocca dei Leoni e della Tenuta di Altavilla.