Onu: l'acqua uccide più delle guerre

Lunedì la XXVIII Giornata mondiale bambini_acqua_296

"Sono più numerose le persone morte per l'acqua poco sicura che per tutte le forme di violenze, guerre comprese".

E' il bilancio tracciato dal segretario generale Onu, Ban Ki-moon, in occasione della XXVIII Giornata mondiale dell'acqua, che ricorre lunedì prossimo.

Ban ricorda che 884 milioni di persone, oggi, non possono contare su un accesso a una fonte d'acqua al riparo da contaminazioni, mentre il 39% della popolazione mondiale non ha servizi igienici. Ogni giorno, poi, due milioni di tonnellate di liquami finiscono in acqua. "Con i mutamenti climatici, l'acqua pulita sarà sempre più scarsa", conclude.

La celebrazione della giornata mondiale sarà un'occasione per rinnovare il dibattito sull'uso delle risorse idriche, senza le quali non c'è vita possibile.

Negli ultimi 50 anni, la quantità di acqua disponibile nel pianeta si è ridotta di due terzi, mentre è raddoppiata la quantità di terre improduttive. Oggi, il 30% delle terre emerse è irrimediabilmente inaridito, e un altro 12% è a forte rischio, anche a causa dell'abuso dei fertilizzanti. I 400 milioni di persone che oggi affrontano il dramma della desertificazione diventeranno un miliardo nel 2025. www.unwater.org

Il primo conflitto per l'acqua di cui ci siano testimonianza storiche risale al 1503, quando nella disputa tra Pisa e Firenze, Machiavelli e Leonardo propongono di deviare il corso dell'Arno.

Il caso più clamoroso riguarda l'epoca coloniale e segna il destino del re di tutti i fiumi: il Nilo.

Un accordo tra Francia e Gran Bretagna, che a quei tempi dominavano l'Africa, riconosce nel 1898 la dipendenza dell'Egitto dal Nilo. Da allora, l'Egitto sfrutta il 70% delle sue acque, sollevando le proteste dell'Etiopia, che si trova a monte e si vede limitato l'impiego per usi irrigui o energetici.

Subito dopo l'indipendenza, la prima guerra indo-pakistana ha uno dei suoi fulcri nel controllo del Gange.

Nel 1947, le truppe arabe tagliano l'approvigionamento idrico a Gerusalemme Ovest. Dal 1967, il controllo delle acque del Giordano e del lago di Tiberiade sono tra i motivi dell'occupazione israeilana di Golan e Cisgiordania.

Sempre nel Medio Oriente, suscita le proteste di Siria e Iraq la costruzione del più grande sistema di dighe del mondo da parte della Turchia. L'opera è destinata ad assottigliare il corso del Tigri e dell'Eufrate, vitali per la sopravvivenza dei popoli a valle.