Le industrie creative europee hanno perso 9,9 miliardi di ricavi e 186.400 posti di lavoro nel 2008 a causa della pirateria, soprattutto quella digitale.
La pirateria ha colpito duro anche in Italia, dove le industrie che producono e distribuiscono film, serie tv, musica registrata e software hanno visto sfumare nel 2008 1,4 miliardi di euro di ricavi e svanire 22.400 posti di lavoro. L'allarme sui danni provocati dall'aumento della pirateria è stato lanciato a Bruxelles dai sindacati europei delle industrie creative, incluso Uni Mei (media, intrattenimento e arti) e Fia (audiovisuali). Secondo uno studio presentato dai sindacati, nei prossimi anni la pirateria digitale subirà un'accelerazione, mentre quella fisica rappresenterà una quota sempre più ridotta del fenomeno.
Due gli scenari. Nel primo, si ipotizza che la pirateria digitale cresca proporzionalmente al traffico di condivisione dei file (file-sharing): in questo caso le perdite di ricavi salirebbero a quota 32 miliardi di euro nel 2015 con 611.300 posti perduti. Nel secondo, si ipotizza che la crescita della pirateria digitale segua la tendenza globale di traffico Ip dei clienti in Europa. In questo caso, le perdite sarebbero ancora maggiori: 56 miliardi di euro di ricavi e 1.216.800 posti di lavoro in meno nel 2015.
"Serve un intervento efficace e costante per fermate questo scempio", hanno detto Agnete Haaland, presidente della Fia, e William Maunier, presidente Uni-Mei Europa.