di Francesco Chyurlia
L'eurozona riparte dalla crisi della Grecia. La settimana ricomincia con i 16 ministri delle finanze dell'Eurogruppo che dovranno decidere quali strumenti utilizzare, e in che misura, se sarà necessario soccorrere Atene.
Ma il nostro ministro dell'Economia, Tremonti, e i suoi colleghi dovranno anche confrontarsi sulle tante proposte come quella per la nascita di un Fondo monetario europeo e quelle per il rafforzamento delle vigilanze sui conti pubblici dei singoli paesi. Proposte che sono destinate a modificare radicalmente il volto dell'Unione economica e monetaria.
Un duello tra Francia e Germania
Germania e Francia, in una sorta di duello per la leadership europea, si stanno muovendo all'unisono per arrivare presto a una vera 'governance' economica. Insieme con il presidente dell'Eurogruppo, Juncker, chiedono la messa al bando di derivati (Credit Default Swap) sui titoli pubblici.
Il premier belga, Leterme, ha proposto la nascita di un'unica agenzia europea per l'emissione e la gestione dei titoli del debito. Il ministro delle Finanze di Berlino, Schauble, ha lanciato l'ipotesi di un Fondo monetario europeo a cui sottoporre i partner che rendessero necessario il suo intervento per il loro salvataggio.
Il piano di "lacrime e sangue"
I ministri delle finanze di Eurolandia, e ancor più i 27 dell'Ecofin sono chiamati anche a confermare in via ufficiale il giudizio positivo,già anticipato, sulla validità del piano "lacrime e sangue" messo a punto dalla Grecia per ridurre del 4% quest'anno il deficit.
In ambito Ecofin si cerca di superare le divergenze tra Bruxelles e Londra sulla proposta di direttiva che regolamenta l'attività degli Hedge fund, dei private equity e di altri strumenti finanziari alternativi. Il tutto nell'ottica della preparazione del vertice dei capi di Stato e di governo Ue che il 25 e il 26 marzo prossimi di riunirà nuovamente a Bruxelles.
Dai 25 ai 55 miliardi di euro-aiuti
Nei primi giorni della settimana i leader dell'Ue dovrebbero formalizzare le modalità per aiutare la Grecia a rifinanziare il suo debito pubblico.
Da qui alla fine dell'anno servirebbero 55 miliardi di euro ma con un bisogno immediato entro aprile-maggio di 20-25 miliardi. Quest'ultima cifra è quella in discussione tra i ministri dell'Eurozona, che secondo fonti di Bruxelles starebbero lavorando guidati dalla Germania per mettere in atto un sistema di aiuti su cui sono state ventilate ipotesi diverse, ma che si possono ricondurre a due posizioni: prestiti bilaterali ad Atene coordinati dalla Commissione europea.
In ballo il Fondo monetario Ue
Il caso Grecia è considerato dal Commissario agli Affari monetari Rehn un banco di prova e un "punto di svolta" non solo della moneta unica ma anche del progetto politico che vi sta dietro.
"Siamo giunti a un bivio", sostiene Rehn. E in questo senso va anche la proposta di un Fondo monetario europeo che, secondo il settimanale "Focus" potrebbe essere finanziato con le riserve auree delle banche centrali dei Paesi dell'euro. L'arco temporale di riflessione dei ministri delle Finanze Ue, dovrebbe essere medio-lungo, dicono Barroso e Merkel, perche il Fme richiederebbe la modifica dei Trattati.
Sarkozy: si trovi un equilibrio
La riunione dell'Ecofin è stata preceduta da intensi incontri bilaterali. Tra questi qello tra il presidente francesse Sarkozy e il premier inglese Brown.
Venerdì scorso, Sarkozy ha assicurato che l'obiettivo è di "trovare un punto di equilibrio" in modo che la City "non si senta in pericolo" e che i negoziatori sono all'opera sul testo della direttiva Ue su cui tutti gli stati membri hanno espresso la volontà di raggiungere un'intesa all'Ecofin.
Barroso: "Coinvolgeremo il G20"
Altro tema finanziario suscettibile di dibattito tra i ministri delle finanze Ue a Bruxelkles è quello dei Credit Default Swap, lanciato pubblicamente con la lettera inviata in settimana da Sarkozy, dalla cacelliera Merkel, dal presidente dell'Eurogruppo Juncker e dal premier greco Papandreou al presidente della Commissione Ue, Barroso.
Lo stesso Barroso ha preannunciato che "la commissione esaminerà da vicino l'importanza di bandire la vendita allo scoperto puramente speculativa sui cds sul debito sovrano" e che spingerà per un coordinamento "sollevando la questione con i suoi partner internazionali a livello del G20".