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Agricoltori-chef, nasce l'orto part time

Ogni giovane ristoratore può aprire un filo diretto con giovani agricoltori della sua zona cuoco_verdure_296

di Mario Papetti

Tipicità, qualità e freschezza: questi gli "ingredienti" principe del patto sottoscritto tra l'Agia, l'associazione dei giovani imprenditori della Cia e la sezione italiana Jeunes restaurateur d'Europe. Con l'accordo ogni giovane ristoratore avrà la possibilità di aprire un filo diretto con uno o più giovani agricoltori della sua zona, i quali ne raccoglieranno le richieste attivando e incrementando la produzione agricola desiderata. In poche parole lo chef avrà un orto a sua disposizione dove far seminare e raccogliere prodotti con i quali elaborare il menù quotidiano.

Un nuovo modo di fare ristorazione
L'intesa prevede, inoltre, il coordinamento e la promozione di iniziative gastronomiche di qualità in ristoranti associati a Jeunes restaurateur d'Europe, realizzate mediante l'elaborazione dei prodotti del territorio di riferimento forniti dall'aziende socie dell'Agia. L'intesa tra Agia e JRE è in grado di assicurare produzioni fresche e locali e prezzi promozionali, dei quali beneficeranno i consumatori nella scelta del menù nei ristoranti. Prevista anche l'organizzazione di corsi di alta cuci- na e di educazione gastronomica con i prodotti forniti dall'azienda.

Farmer market, business da tre miliardi 
Intanto conquistano sempre più"terreno" i mercatini degli agricoltori: i Farmer market in Italia sono oltre 500. Secondo la Coldiretti nel 2009 sono aumentati del 360%. Due italiani su tre (67%) sottolinea l'Associazione degli imprenditori agricoli,hanno acquistato, nel 2009, almeno una volta direttamente dal produttore agricolo.Il valore delle vendite ha raggiunto i tre miliardi di euro. Il 41% è stato speso per l'acquisto di vino nelle cantine, il 21% per l'ortofrutta, il 14% per il formaggio e latte l'8% per carni e salumi, il 5% per l'olio di oliva".

Acquisti diretti fa bene concorrenza
"Gli acquisti diretti sono una opportunità per il Paese, aumentano la concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi - afferma il presidente della Coldiretti, Marini - una spesa sicura e di qualità a prezzo giusto". Per Marini è anche una "opportunità per far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione italiana per poterli riconoscere in tutte le altre forme di vendita senza cadere nell'inganno del falso Made in Italy. Si tratta di un tassello molto importante nel nostro progetto il cui obiettivo è quello di creare una filiera tutta italiana che, con il coinvolgimento dei mercati di campagna Amica, consorzi agrari, cooperative, agriturismi e imprese, punta a far arrivare sul mercato prodotti al cento per cento italiani direttamente dagli imprenditori agricoli".

Anche le imprese si adeguano
Insieme al mercato degli agricoltori crescono anche le imprese agricole dove acquistare direttamente i prodotti. Nel 2009 sono saliti a 63.600 con un incremento boom del 64% rispetto al 2001 e del 7% rispetto al 2008, i frantoi, le cantine, le malghe e le cascine dove è possibile comperare direttamente, secondo l'Osservatorio sulla vendita diretta delle aziende agricole promosso da Coldiretti e Agri2000. Il fatturato degli acquisti diretti ha toccato i tre miliardi di euro (+11% rispetto al 2008), la regione leader è la Toscana e il prodotto più acquistato è il vino.