PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO: IL LADRO DI FULMINI

di Sandro Calice

PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO: IL LADRO DI FULMINI
di Chris Columbus, Usa 2010 (20th Century Fox) Logan Lerman, Pierce Brosnan, Rosario Dawson, Uma Thurman, Sean Bean, Catherine Keener, Kevin McKidd, Erica Cerra, Steve Coogan, Joe Pantoliano, Alexandra Daddario, Melina Kanakaredes, Brandon T. Jackson, Chelan Simmons.

A lasciare la mitologia nelle mani di Chris Columbus non è che ci si possano aspettare raffinatezze. Se poi la pensata a tavolino è quella di creare una sorta di Harry Potter in salsa greco-statunitense, la (futura) saga di Percy Jackson diventa un giocattolino leggero leggero.

Gli antichi dei dell’Olimpo abitano a New York e Zeus e Poseidone si affrontano sull’Empire State Building: qualcuno ha rubato la folgore del re degli dei e Zeus accusa il figlio del re dei mari. Percy (Lerman) è un ragazzino dislessico con qualche problema a scuola, che vive con la madre e lo squallido compagno di lei. Non ha mai conosciuto il padre e durante una gita scolastica capisce perché: una sua insegnante si trasforma in una furia, mostruoso animale mitologico, e gli intima di consegnare il fulmine. A difenderlo accorrono il suo amico del cuore e il suo professore, che ovviamente non sono quelli che sembrano e che gli raccontano la verità: Percy è un semidio, figlio di Poseidone ed è in pericolo. Ha bisogno di essere addestrato e viene portato nel misterioso Camp Half Blood, dove vivono tutti i semidei della Terra. Percy ha 14 giorni per dimostrare che non è lui il ladro, per salvare il mondo da una guerra tra dei. Ma prima dovrà salvare sua madre.

Tratto dal primo dei cinque romanzi di Rick Riordan, “Percy Jackson” somiglia davvero troppo all’operazione Harry Potter, saga di cui Columbus ha diretto i primi due episodi. Anche qui c’è un adolescente apparentemente debole ma destinato a imprese impossibili, con l’amica saggia e bella e l’amico goffo e fedele. Cambia ovviamente il contesto, ed è già un danno. Se lì la storia si inseriva nella tradizione magica inglese, qui si è dovuto “appiccicare” il mito all’immaginario pop di un tipo di adolescente moderno, omologato e senza troppe pretese di pensiero: così oltre al Monte Olimpo sul grattacielo, troviamo gli inferi sotto una collina di Hollywood con Ade vestito da rockstar, il Partenone a Nashville, Medusa (Thurman) foderata di pelle che vive in un negozio di statue e altre amenità varie, con un ruolo di rilievo per l’iPhone e le scarpette Converse. E tanto per strizzare l’occhio ai fan di un genere attiguo, quando a Percy chiedono “ti senti un eroe?” lui risponde: “Un mutante più che altro”. Il cerchio si chiude, con discreti effetti speciali, alcune (poche) trovate e buona pace della mitologia. Per questo a quelli per cui è stato pensato piacerà moltissimo.