Culture


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La festa della danza urbana

A Roma dal 12 al 14 marzo migialia di ragazzi break_296

Nata più di 30 anni fa nei ghetti neri newyorkesi, la cultura hip-hop pareva un fenomeno passeggero e ad appannaggio delle comunità afro-americane. Al contrario, questo movimento, espressione del disagio sociale dei quartieri poveri, si è evoluto e sviluppato nel tempo fino a diventare una moda planetaria. Oggi, al fianco di nicchie di ‘resistenti’, che rifiutano ogni compromesso commerciale, la cultura hip hop ha profondamente contaminato i mondi più disparati, dalla moda alla musica pop.

E’ un mondo popolato da writers, rappers, ballerini di breakdance, che esprimono la propria appartenenza anche attraverso l’abbigliamento: jeans oversize a vita bassa, felpe con cappuccio, cappelli da baseball, tute da ginnastica e sneakers. La musica di riferimento è il rap - genere inizialmente influenzato dal parlato contenuto nelle canzoni di James Brown e Isaak Heyes - passato da una forma di competizione tra rappers a cultura musicale di riferimento. Il primo successo rap è stato “Rapper’s delight” (1979) della Sugarhill Gang, un gruppo di ragazzi che cadenzavano in rima sul tema di ‘Good times’ degli Chic, una nota canzone pop del momento.

Poi, è venuto il tempo di Eminem, che ha reso ancora più popolare questo genere, rendendolo patrimonio dell’industria dell’intrattenimento, della quale fa parte anche la breakdance. Questo genere di danza si è diffuso a macchia d’olio contaminando fortemente le espressioni gestuali e le movenze del ballo giovanile. La break, assai diffusa anche in Italia, troverà un suo momento di aggregazione nello “Yo!Urban Dance Fest”, in programma al Palacavicchi di Roma dal 12 al 14 marzo. In cartellone workshop, attività didattiche, competizioni di breakdance ed ospiti internazionali.