Fiction


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'La mia casa è piena di specchi'

Due puntate su Raiuno stasera e domani sophia_loren_fiction_296

“Questa non è una fiction, qui c’è la storia vera, quella della mia vita che è stata una favola meravigliosa”. Sophia Loren presenta così la fiction tratta dal libro omonimo di Maria Scicolone con la regia di Vittorio Sindoni che proprio la Loren ha voluto al timone.

Lei interpreta donna Romilda, la scoperta di Tornatore Margareth Madè è la Loren ragazza, Enzo De Caro il gaglioffo Riccardo Scicolone, Gilda Laparhaja la sorella Maria. Durante la conferenza stampa Sophia Loren si commuove, prima s’incrina la voce, poi non riesce a trattenere le lacrime: “Scusate, si parla si parla ma le cose sono dentro di noi, non si dimenticano mai e non ci puoi fare niente”. La miniserie “La mia casa è piena di specchi”, in onda stasera e domani su Raiuno, sottolinea è “un omaggio meraviglioso a mia madre Romilda Villani”.

La Loren, elegante in tailleur nero e foulard al collo, in forma strepitosa, racconta di aver accettato, “non senza discussioni e difficoltà”, di mettere in scena la sua vita, quella della madre e della sorella minore Maria. “La vita di mia madre è stata infelice, sofferta, drammatica. Era una donna che amava la vita, fragile dentro, dura fuori, piena di temperamento eppure debole”, spiega, “una storia di guerra, di fame, di elemosina, perché questo ha fatto mia madre per noi, battendosi per dare un nome alle figlie e un futuro fuori dalla miseria”.

Nelle due puntate una storia di famiglia, difficile e travagliata. Romilda Villani è una giovane di Pozzuoli, bella a tal punto da vincere un concorso come sosia di Greta Garbo, la vogliono in America per girare alcuni film. I suoi genitori però le vietano di seguire la strada del cinema condannandola, per tutta la vita, alla ricerca di un risarcimento per il sogno negato. Sophia nasce dal rapporto che Romilda, ancora molto giovane, ha con Riccardo Scicolone, uomo affascinante e ambiguo. Per anni la donna cerca di regolarizzare l’unione. Neppure la nascita di Maria, la secondogenita, gli farà cambiare atteggiamento. Anzi, Maria non viene neppure riconosciuta. Romilda è una donna forte, intelligente e ironica, a tratti crudele, una crudeltà nata dalla sua fragilità interiore, dalla sindrome da indennizzo che la accompagna nel corso di tutta la vita. Abituata alla povertà della guerra, alla fame sopportata a testa alta, Romilda decide di andare a Roma con Sophia per tentare la fortuna senza un soldo in tasca. Trasferisce le sue ambizioni su di lei e usa la bellezza della figlia per entrare nel mondo del cinema, il mondo che le era stato precluso.

Sophia inizia la carriera come comparsa a Cinecittà, poi conquista il mondo dei fotoromanzi e in poco tempo diventa un’attrice voluta da grandi registi americani. Con i suoi primi guadagni compra dal padre, caduto in disgrazia economica, il riconoscimento della sorella Mari. E insieme alla vicende famigliari c’è l’Oscar a soli 26 anni per La ciociara, i primi successi e l’incontro con Carlo Ponti (Giovanni Carta).