Otto marzo, il lavoro delle donne


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Parità? Progresso insufficiente

Intervista al coordinatore di Social Watch Italia, Jason Nardi donna_uomo_296

di Bianca Biancastri

"Il Gei, l'indice di parità di genere, calcolato nel mondo per il 2009 dal Social Watch, network presente in oltre 60 Paesi, evidenzia innanzi tutto che la situazione delle donne, in netto miglioramento negli ultimi 10-15 anni, ora è stagnante o addirittura in peggioramento. E questo non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo ma anche diversi Paesi industrializzati, tra i quali anche l'Italia".

Lo dice a Televideo il coordinatore di Social Watch Italia, Jason Nardi.

"La crisi economica mondiale ha inciso sulla situazione di estrema disuguaglianza tra donne e uomini. 

La crisi economica ha toccato in particolare il lavoro femminile, flessibile e meno garantito, che ha subìto più conseguenze, e l'opportunità delle donne di ricoprire ruoli decisionali.

Nel 2009 alcuni Paesi poveri sono saliti nella graduatoria dell'equità di genere mentre Paesi più industrializzati come l'Italia sono scesi. Ciò dimostra che non c'è una relazione diretta tra la ricchezza di un Paese e uguaglianza tra donne e uomini. In Ruanda, per esempio, dopo gli anni terribili del genocidio in cui morirono molti uomini, c'è ora una presenza massiccia di donne nei ruoli decisionali che fanno leggi e stanno cambiando in meglio il Paese. 

In molti Paesi, tra cui l'Italia, a parità di impiego le donne hanno ancora dal 15 al 20% di salario in meno e si trovano a gestire impiego e famiglia in una società che da questo punto di vista non si è evoluta sufficientemente.

E per l'accesso delle donne ai ruoli decisionali c'è ancora molto da fare.

Nel Summit Onu sulla condizione delle donne, in corso a New York, si è stabilito per la prima volta il diritto di oltre la metà della popolazione mondiale non solo ad avere pari opportunità ma a contare quanto gli uomini. E i Paesi partecipanti si sono presi tutta una serie di impegni in questa direzione. 

La parità di genere è uno degli Obiettivi del Millennio e non riusciremo a raggiungerlo nei tempi stabiliti.

Vorrei rimarcare che le tre dimensioni che noi come Social Watch misuriamo (educazione, attività economica e empowerment o accesso ad ambiti decisionali), sono aspetti importanti che vanno di pari passo con la maturazione e lo sviluppo culturale di un Paese.

In un Paese in cui c'è l'immagine della donna legata a un ruolo tipicizzato (in famiglia e nella pubblicità), viene ostacolato il raggiungimento dell' obiettivo che è la pari opportunità e la pari dignità, anche, delle donne".

PARITA',  UN PROGRESSO INSUFFICIENTE
Il divario tra uomo e donna non si riduce, mentre cresce la distanza tra i Paesi più virtuosi e quelli in cui la discriminazione è maggiore. Lo rivela l'Indice di parità di genere (Gei), sviluppato e calcolato per il 2009 dal Social Watch, network presente in oltre 60 Nazioni. Il Gei analizza la disparità tra i sessi, classificando 157 Paesi in una scala in cui 100 indica la completa uguaglianza tra donne e uomini.

Prima la Svezia (88 punti), seguono Finlandia e Ruanda (84), Norvegia (83), Bahamas e Danimarca (79), Germania (78).

L'Italia (64) scende dal 70° al 72° posto. La media europea è 72 punti.

Nelle prime 50 posizioni dell'Indice di parità di genere sono compresi i due terzi dell'Unione Europea, ad esclusione di Paesi come Irlanda, Slovacchia, Repubblica Ceca, Grecia e Italia, e un certo numero di Paesi in via di sviluppo come Filippine, Colombia, Tanzania, Thailandia. Il nostro Paese, in ritardo sulla media europea, arriva dopo Grecia, Slovenia, Cipro e Repubblica Dominicana (66). Si rileva una crescente polarizzazione: dove l'uguaglianza è maggiore si registrano tendenze al miglioramento e invece dove è minore si va verso il peggioramento. E' il caso di America Latina e Caraibi, da una parte, e di Asia Orientale e Pacifico, dall'altra.

Guarda il grafico con la classifica dei Paesi secondo l'indice GEI

IGNORANZA, POVERTA', VIOLENZA, GLI OSTACOLI
E' nell'accesso agli spazi decisionali e nell'esercizio del potere che la disuguaglianza di genere è maggiormente evidente,secondo il Gei. Migliora l'accesso femminile a istruzione e politica

Fino al 12 marzo è in corso a New York la 54esima sessione della Commissione Onu sulla condizione delle donne per fare il punto a 15 anni dalla dichiarazione di Pechino in cui 189 Paesi si impegnarono a battersi per garantire l' eguaglianza di genere.

Ignoranza, povertà, violenza, rimangono ostacoli enormi per realizzare le pari opportunità,uno degli Obiettivi di sviluppo del millennio.