La sfida dell'auto al CO2

Intervista al presidente dell'Anfia: 'Nel 2020, avremo il 10% tra vetture elettriche e ibride' icar1_296

di Luigi Del Giudice

“La sfida dell’automobile, oggi, è combattere il CO2”. E’ Eugenio Razelli, presidente dell’Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) che espone le sue tesi sul futuro dell’automobile a Televideo. Razelli parla di “una fortissima evoluzione in varie direzioni, come le ibridizzazioni, i cambi automatici, gli Start&Stop e altro ancora, tutto indirizzato a ridurre le emissioni e i consumi. In parallelo –aggiunge Razelli- ci sono i combustibili di gas naturale, le ibride e le vetture elettriche. Queste ultime –precisa- nel 2010 saranno il 10 % del totale”. “Ma la sfida tecnologica e economica che si va a affrontare ora –tiene a precisare il presidente dell’Anfia- è la riduzione dei costi di almeno la metà. L’argomento delicato non è l’elettronica o il motore, ma le batterie. Su questo punto ci dovrà essere un’evoluzione drammatica. A parte lo CO2, l’auto deve affrontare altre sfide, come la sicurezza, passiva e attiva, o la connettività, in modo da permettere l’uso del telefono o di un navigatore satellitare in viva voce. O, al massimo, touch screen”.

LO STILE ITALIANO DEI GIOVANI DESIGNER
A Ginevra, l’Anfia ha portato venti giovani designer con i loro progetti, scelti tra circa mille partecipanti. Una galleria fotografica mostra tutti i progetti scelti dall’Anfia (Vai alla fotogallery).

“E’ un concorso nato nel 1998 – ci spiega Razelli- e si svolge ogni due anni. Con questo concorso vogliamo tenere alto lo stile e il design italiano, arricchito dalle proposte dei giovani. Vi partecipano ragazzi di tutto il mondo perché la cultura si muove nel mondo e si trasporta. Del resto, qui al Salone ci sono tutti i carrozzieri italiani, da Pininfarina a Bertone, a Giugiaro e altri, e per questi giovani è un’opportunità farsi notare. Nel prossimo futuro, intendiamo collegare il concorso con qualche scuola di design italiana o anche qualche università di qualsiasi parte del mondo”. Perché proprio Ginevra?, gli chiediamo. “Per cercare di creare una bella vetrina come lo è Ginevra. Perché Ginevra è neutrale e, quindi, ideale come apertura per i ragazzi”.

La grande macchina organizzativa svizzera Decisamente, il Salone dell’automobile di Ginevra è il più quotato nel mondo. E ha anche l’organizzazione migliore. Quasi perfetta. Ne parliamo con il direttore della rassegna, Rolf Studer, molto soddisfatto della presenza forte delle Case costruttrici. A Studer facciamo notare, una pecca dell’organizzazione quasi perfetta. Da qualche anno, è assente nelle informazioni la lingua italiana, sempre più cenerentola all’estero. Studer –spiega a Televideo- che “oggi ovunque ci si muove con l’inglese”. E’ vero, replichiamo, ma allora perché informare anche in francese e inglese? “Ovvio –risponde- il francese è la lingua di Ginevra” Per la verità, la Svizzera è trilingue e una delle tre è l’italiano, non l’inglese, replichiamo. Con il suo signorile umorismo, Studer risponde: “Non serve l’italiano, perché lei parla così bene il francese…”. Poi, promette, ma non troppo, che, considerando le spese, esaminerà la cosa. Del resto, quali sono le spese? Veramente scarse. O forse nulle.

Nella foto: un disegno di un giovane designer