di Sandro Calice REVANCHE
di Götz Spielmann, Austria 2008 (Fandango)
Johannes Krisch, Irina Potapenko, Andreas Lust, Ursula Strauss, Hannes Thanheiser, Hanno Poschl, Toni Slama, Magdalena Kropiunig, Elisabetha Pejcinoska, Aniko Bärkanyi, Annamaria Haytö, Nicoletta Prokes, Rainer Gradischnig.
“Revanche” ha già vinto numerosi premi, per l’esattezza 14 in 36 Festival internazionali. Ed è candidato all’Oscar come Miglior film straniero. Un motivo ci sarà.
A Vienna Alex è da poco uscito di prigione e cerca di ricostruirsi una vita. Trova impiego come autista e tuttofare del padrone di un bordello e si innamora, ricambiato, di Tamara, la prostituta ucraina più richesta del locale.
Insieme sognano un’altra vita, lontani da costrizioni e debiti, e l’unica soluzione che Alex trova è quella di una rapina facile facile in un paesino della provincia. Ma naturalmente le cose non vanno come previsto: un poliziotto spara e l’esito è drammatico. Alex si rifugia dal nonno, che abita e aspetta la fine della vita in una fattoria in quei boschi. E comincia a spaccare e accumulare quintali di legna per l’inverno, mentre elabora l’accaduto. Una donna, che viene sempre a fare compagnia al nonno, mostra un morboso interesse per lui, che la ignora, finquando scopre che è la moglie del poliziotto che ha sparato.
“Revanche” è un noir nello stile glaciale proprio del cinema austriaco. Il regista, per sua stessa ammissione, è “ossessionato” dal pensiero che il suo lavoro non venga preso per quello che lui pensa, e cioè il racconto di una storia, cercando “la sostanza” della vita”, senza teorizzazioni e artifici per conquistare lo spettatore. “’Revanche è un film emotivo – spiega – e detesto il kitsch e il sentimentalismo: sono manipolazioni, sono evasione. Le emozioni invece non sono l’opposto di pensieri lucidi e precisione formale”. Ecco, l’impressione è che in “Revanche” ci sia troppa “lucidità” e precisione formale, di un sapore, tra l’altro, antico, stravisto e senza innovazioni sostanziali. E il pensiero va al nostro Tornatore e al suo “Baarìa” escluso dalla corsa all’Oscar per il miglior film straniero: certo non un capolavoro, ma vendendo gli altri candidati…