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'A settembre il film sarà diverso'

Così Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda italiana, dopo le polemiche scatenate da Anna Wintour, direttore di Vogue: troppa una settimana per Milano j

Alla sollecitazione di contrarre l'importante appuntamento milanese, chiesto dalla Wintour, il presidente della Camera nazionale della moda italiana Mario Boselli ha risposto: "Garantisco che a settembre il film sarà diverso, non è una semplice promessa. Spetta a noi trovare soluzioni: abbiamo stabilito che, a settembre, la "fashion week" durerà 7 giorni, con un "format" di 5 giorni "forti" e 2 giornate per i giovani e le presentazioni straniere". Ma intanto, a sopresa, la Wintour si è materializzata con un giorno di di anticipo. Un segno di ripensamento?

Fatto sta che la settimana di Milano Moda Donna è diventata una quattro giorni. Abbiamo chiesto a Stefano Dominella, presidente di Gattinoni, un commento sulla decisione di ridurre di la manifestazione.

Si è rischiato di danneggiare economicamente il settore contraendo l'evento?
"A Milano, in occasione di questo evento, si muovono circa 30 miliardi di euro. Cifre molto importanti. La moda dà lavoro a oltre un milione di persone (800 mila ufficiali, le altre nel sommerso). Le aziende certificate sono oltre 60.000 e generano un fatturato di oltre 69 miliardi di euro,di cui quasi il 40% si muove in questi giorni. C'è stato il rischio di danneggiare la nostra immagine nel mondo".

Quello della Wintour è sembrato, nella patria del made in Italy, un vero e proprio capriccio e una caduta di stile da parte di chi lo stile pretende di insegnarlo al mondo. "Milano compete con Parigi e New York- aggiunge Dominella- Parigi non ha modificato i calendari. I francesi sono più uniti e campanilisti".

Un segno di provincialismo da parte nostra quello di assecondare la Wintour?
"Un atto di sottomissione e di grande debolezza da parte di molte grandi firme".

La presenza del direttore di Vogue America è importante a tal punto?
"Avere la Wintour è importante. Dirige un giornale fondamentale nel mondo della moda, ma non al punto di umiliarci".

Ma i calendari delle sfilate sono stati decisi in base alla presenza della Wintour?
"Questo no. I calendari sono complicati da gestire da parte della Camera della Moda Italiana. Mettere d'accordo i big con i giovani è un rompicapo, un momento delicato. Tra una sfilata e l'altra servono i tempi tecnici. Ci sono giornate con previste fino a 20 presentazioni. Un vero caos. Il calendario era stato chiuso quando la Wintour ha spedito la la lettera in cui chiedeva di ridurre a tre i giorni delle sfilate. A quel punto alcuni grandi stilisti si sono adeguati".