Non basta aver salvato tanti bambini di Haiti estraendoli dalle macerie. Secondo l'Unicef molti hanno subito ferite profonde nel corpo e nell'anima e tanti sono rimasti soli, se già non lo erano.
Sono stati allestiti da Unicef in collaborazione con Save the Children e altre organizzazioni non governative 32 centri di accoglienza temporanei per bimbi non accompagnati e sono state avviate con successo 220 procedure di riunificazione familiare. L'obiettivo è espandere "gli spazi sicuri".
Secondo stime, almeno 2.000 bambini ogni anno sono vittime della tratta ad Haiti. Del gruppo di lavoro per la protezione dei minori coordinato dall'Unicef fanno parte 57 organizzazioni con l'obiettivo di prevenire la tratta di minori e le adozioni illegali. Uno degli interventi più importanti è il ricongiungimento familiare. Anche il personale degli ospedali è stato istruito a fare tutte le verifiche necessarie prima di dimettere i piccoli pazienti.
Save the Children, che lavora ad Haiti dal 1978 e attualmente sta operando con 300 persone di staff, ha l'obiettivo di raggiungere 800 mila persone, tra cui 470 mila bambini.
Ninne nanne per la vita
Una ninna nanna non solo per cullare un bambino, ma per salvargli la vita. Le canzoni create da Save the Children in creolo vengono diffuse dalle radio haitiane per promuovere messaggi semplici e immediati relativi a salute e nutrizione dei piccoli. Le mamme apprendono linee-guida e suggerimenti a partire dal gesto di lavare le mani ai figli.
"Con l'arrivo delle piogge ad Haiti aumentano i problemi legati ad acqua stagnante e a scarse misure igieniche", dice Kathryn Bolles, direttore salute nelle emergenze di Save the Children. "Poche persone hanno l'elettricità, ma quasi tutti ascoltano la radio".