Smarriti e traumatizzati, in molti separati dalle loro famiglie nel caos seguito al devastante sisma del 12 gennaio scorso, esposti al rischio di abusi e traffico di esseri umani. I bambini di Haiti, il Paese più povero del continente americano, vivono tra le macerie, cercando di sopravvivere.
Il terremoto ha colpito circa 3 milioni di persone, metà delle quali sono minori. Il numero dei senzatetto è di oltre un milione. E ora a rendere più urgenti i soccorsi c'è l'ormai imminente stagione delle piogge che comincia a metà marzo.
Nella sola capitale Port-au-Prince mezzo milione di persone viene assistita ogni giorno dalle agenzie umanitarie. La condizione degli sfollati resta critica, secondo l'Unicef. L'accesso all'acqua potabile migliora, ma la distribuzione degli alimenti si rivela ancora insufficiente. Preoccupano le condizioni igieniche. Resta elevato l'allarme per la sicurezza dei bambini rimasti soli. Le piogge torrenziali che arriveranno tra pochi giorni potrebbero trasformare in cumuli di fango le tende e far aumentare il rischio di epidemie soprattutto per i più piccoli.
"Considerata l'urgenza con cui è necessario prepararsi alla stagione delle piogge e degli uragani, è indispensabile intensificare le attività di soccorso ed estenderle per raggiungere persone e zone ancora non accessibili". Questo il drammatico appello dell'ambasciatore di Haiti presso l'Onu, Leo Merores.
Negli oltre 330 accampamenti allestiti a Port-au-Prince hanno trovato rifugio circa 560 mila haitiani, secondo l'Onu. Oltre un milione di sfollati alloggia in parchi e luoghi esposti al rischio di inondazioni: "Distribuire ripari e indumenti impermeabili è la priorità". Il presidente Preval ricorda che in 900 mila attendono ancora le tende promesse.