Wolfman

di Juana San Emeterio

WOLFMAN

di Joe Johnston, Usa 2009 (Universal Pictures) Benicio Del Toro, Anthony Hopkins, Emily Blunt,Hugo Weaving, Geraldine Chaplin, Art Malik, Michael Cronin, David Sterne, Branko Tomovic, Elisabeth Croft, Sam Hazeldine, Olga Fedori.

Il mito dell’uomo maledetto fa parte del nostro immaginario. La leggenda del lupo mannaro si è tramandata nei tempi in varie forme come espressione di una natura animale ma anche nell’interpretazione della licantropia come una ‘malattia della psiche’. “Wolfman” si ispira ad una delle più indimenticabili rappresentazioni di queste creature, quella di Lon Chaney,Jr nel 1941.Quell’uomo solitario che con la luna piena si trasformava in un essere disumano scatenando tutta la sua rabbia.

 Nell’Inghilterra di fine ottocento, il protagonista Lawrence Talbot (Benicio Del Toro) dopo aver lasciato il misterioso villaggio vittoriano di Blackmoor, passa decenni cercando di dimenticare e di riprendersi dalla tragedia della morte di sua madre. Ma quando la fidanzata di suo fratello (Emily Blunt), lo rintraccia per aiutarla a ritrovare il suo amore scomparso, decide di ritornare a casa e rincontra l’ambiguo padre (Anthony Hopkins). Viene a conoscenza del fatto che un essere con una forza bruta ed un'insaziabile desiderio di sangue sta sterminando gli abitanti del villaggio, e che un sospettoso ispettore di Scotland Yard (Hugo Weaving) sta investigando sul caso. Mentre ricostruisce i pezzi del cruento puzzle, viene a sapere di un’antica maledizione che, nelle notti di luna piena, trasforma, chi ne è colpito in un lupo mannaro. Talbot dovrà uccidere la spaventosa creatura che di notte si aggira nei boschi, ma durante la caccia scoprirà un lato primordiale di sé...

Il film di Joe Johnston, sostituto del primo regista Mark Romanek, rinnova la paura del classico horror con una cast di attori bravissimi, aiutati dal trucco di un mago come Rick Baker, in una splendida ambientazione gotica. Del Toro, premio Oscar per Traffic, attore impegnato e sex symbol, si cimenta in un ruolo insolito per lui: “Anche a me piace un dolcetto ogni tanto. Certo non è un film profondo, storico, come Che Guevara, ma a volte mi piace divertirmi” ha detto alla presentazione romana. La volontà di questa pellicola, ha spiegato, è stata quella di rendere "un omaggio al Wolfman originale del 1941 con elementi moderni e creando allo stesso tempo una storia fantastica il più credibile possibile. Quello che io interpreto è un uomo che sembra affetto da una malattia, sembra vittima di una dipendenza da cui non può sfuggire, non è solo un uomo che si trasforma”. Bravo come al solito Anthony Hopkins che mette i brividi e riesce essere credibile come padre dell’attore portoricano. Buona anche l’interpretazione di Emily Blunt (Il diavolo veste veste Prada): ”quando ho letto la sceneggiatura mi sembrava che il mio personaggio Gwen Conliffe fosse solo la classica damigella in pericolo. Ma poi sono stata conquistata dalla sua purezza,Una donna non vittima ma coraggiosa”. Buona paura!