Scorsese e l'isola della paura

Di Caprio: mio ruolo più violento scorsese_dicaprio_296

Un viaggio nella violenza, nella paura e la paranoia. Martin Scorsese presenta a Roma il suo ultimo film, "Shutter Island", tratto dal romanzo di Dennis Lehane (autore anche di "Mystic River), in Italia dal 5 marzo dopo che sarà passato fuori concorso a Berlino.

E' "un thriller psicologico, un horror gotico", per dirla con le parole del protagonista, Leonardo DiCaprio, in cui negli anni '50 una coppia di agenti federali si reca sull'isola dove si trova un misterioso manicomio criminale per indagare sulla scomparsa di un paziente. Scorsese ammette un debito verso il cinema tedesco e sulla paura confessa: temo il mondo che vivranno i miei figli.

"In 'Shutter Island' ho fatto i conti con il personaggio più complesso, più dark, più violento della mia carriera". Parola di Leonardo DiCaprio, a Roma per presentare il film di Scorsese.

DiCaprio, che dice di aver studiato la malattia mentale per interpretare questo ruolo, ha parole di "profonda ammirazione" per il regista, con cui ormai è al quarto film insieme. E Scorsese ricambia: "Con Leo la sensazione è sempre di poter toccare i livelli più elevati dell'emotività narrativa". L'attore parla dei suoi modelli: Newman, De Niro, James Dean, Montgomery Clift. E dice che i soldi non danno la felicità: più di tanto non si può desiderare.