Giornata della Memoria


Stampa

Uno sterminio annunciato

L'odio politico di Hitler arbeit_auschwitz_296

Nella notte tra il 17 e il 18 dicembre scorsi, ignoti hanno rubato l'insegna posta all'ingresso del campo di Auschwitz: "Arbeit macht frei". In tedesco significa: "Il lavoro rende liberi". Era il messaggio di benvenuto nei campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. La scritta è stata ritrovata dopo pochi giorni, spaccata in tre pezzi,nel nord della Polonia.

Con il termine Shoah viene indicato lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Venne usato per la prima volta nel 1938 nella Palestina del mandato britannico,durante il Comitato centrale del partito Socialista, in riferimento al pogrom della "Notte dei cristalli".

"Catastrofe, disastro". Questo vuol dire Shoah in ebraico.

Un disastro attuato in cinque fasi: privazione dei diritti civili; espulsione dalla Germania; emarginazione in ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie; massacri delle Einsatzgruppen (squadre di riservisti attive nei territori conquistati dell'Ucraina e della Russia); deportazione nei lager.

Un disastro annunciato. L'antisemitismo di Adolf Hitler è già presente nel suo "Mein Kampf", del 1925. Otto anni dopo, eletto cancelliere, diventa azione, con sistematici boicottaggi delle attività economiche degli ebrei.

Il 30 luglio 1941 il ministro Goering invia una lettera al capo dell'Ufficio per l'emigrazione degli ebrei, Heydrich, con l'ordine di "prendere tutti i provvedimenti per una soluzione finale del problema ebraico nei territori occupati dalla Germania". Segue la Conferenza di Wansee del 1942, durante la quale i leader nazisti decidono di costruire i campi di concentramento.

Una persecuzione pianificata, per gli "intenzionalisti". Conseguenziale al fallimento della politica di deporta- zione nazista in Russia,per i "funzionalisti". Il dibattito è ancora in corso. Un dato è certo: 6 milioni di ebrei furono sterminati.