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La contesa tra Viktor Yanukovich e Yulia Tymoshenko

I sondaggi sembrano mettere fuori gioco l’uscente Yushchenko e gli altri quindici candidati sfidanti_ucraina_296

Secondo tutti i pronostici, il presidente uscente Yushchenko non ha alcuna possibilità di essere rieletto. Al secondo turno dovrebbero approdare il suo eterno rivale, il filo-russo Viktor Yanukovich, e l’ex alleata nella “coalizione arancione”, e oggi sua rivale, Yulia Tymoshenko.

Viktor Yanukovich, eletto nel novembre 2004 al termine di un’elezione annullata poi per brogli, torna alla carica, sempre alla testa del Partito delle regioni. Più volte primo ministro, ma sempre per brevi periodi, è ritenuto l’uomo più vicino a Mosca della politica locale. Propone l’adozione del russo come seconda lingua ufficiale. Ritiene che l’eventuale integrazione dell’Ucraina nell’Ue debba partire da una scelta politica chiara fatta a Bruxelles. Il processo di integrazione europea, promette, continuerà ma sulla base di una “modernizzazione interna del Paese”. Si dichiara favorevole al mantenimento della neutralità del suo Paese: no alla Nato, dunque, ma disponibilità a considerare l’iniziativa lanciata dalla Russia per un nuovo organo di sicurezza collettiva su scala continentale. Yanukovich, che per tutta la campagna elettorale ha detto di temere brogli ai suoi danni, si è impegnato a indire nuove elezioni se entro due mesi il Parlamento non sarà in grado di esprimere un nuovo governo. I sondaggi lo vedono in pole position, con intenzioni di voto che vano dal 25 al 33%.

Spesso paragonata, nella tempra e nell’aspetto, alla mitica pasionaria argentina Evita Perón, Yulia Tymoshenko è la prima donna premier nella storia dell’Ucraina e rischia di diventare la prima donna presidente. Ha il vantaggio di aver conquistato saldamente la leadership del blocco filo-occidentale, a scapito del presidente Yushchenko, e di aver saputo ricucire i rapporti con il premier russo, Vladimir Putin. Ma, soprattutto, può contare sulI’appoggio incondizionato della maggioranza delle donne. Ciononostante, i sondaggi la collocano al secondo posto, con il 16-22% delle preferenze. La sua piattaforma punta all’adesione del suo Paese all’Ue e anche alla Nato, poiché la neutralità “comporta dei rischi”. Sostiene una riforma del sistema giudiziario e la devoluzione di alcuni poteri dallo Stato centrale ai governi locali e all’istituzione di organi indipendenti anti-corruzione. Promette poi di modernizzare il sistema sanitario e ridurre le tasse al comparto agricolo. E’ contraria all’adozione del russo quale seconda lingua ufficiale e alla privatizzazione degli enti che gestiscono gli oleodotti e i gasdotti del Paese. I suoi detrattori sottolineano i notevoli interessi di suo marito nel settore energetico e parlano di conflitto di interessi.

Tra gli altri 15 candidati, spicca la riproposizione del presidente della Rada (la Camera dei deputati), Lytvyn, che potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia in vista del ballottaggio. Ma colui che tutti vedono come “terzo incomodo” tra Yanukovich e Tymoshenko è l’ex capo della Rada ed ex ministro degli Esteri Arseni Yatsenyuk, accreditato del 12-14%.

La maggioranza dei cittadini è convinta che ci saranno brogli, benché sia stato predisposto un imponente apparato di controllo interno e internazionale. Le urne rimarranno aperte domenica dalle 8 alle 22; il ballottaggio è in programma il 7 febbraio.

Nella foto: Viktor Yanukovich e Yulia Tymoshenko