Anniversari


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Mezzo secolo di 'Tutto il calcio minuto per minuto'

Come la radio cambiò le domeniche dei tifosi italiani, con la radiolina all'orecchio e il cuore in gola ciotti_296

di Mauro Caputi

Il 10 gennaio 1960 entrava nelle case dei tifosi italiani una trasmissione destinata a cambiare il modo di vivere il pomeriggio domenicale. Nata da un'idea di Guglielmo Moretti, Sergio Zavoli e Roberto Bortoluzzi (che ne fu conduttore fino al 1987) "Tutto il calcio minuto per minuto" ha raccontato con l'immediatezza del mezzo radiofonico mezzo secolo di campionati di calcio. Il primo 'campo centrale', definizione entrata presto nel gergo comune, fu San Siro per un Milan-Juventus affidato a Nicolò Carosio. Con lui altri fuoriclasse della radiocronaca (e non solo) calcistica: Martellini, Ameri, Ciotti. Voci care a generazioni cresciute con la radiolina (che, grazie ai transistor, sostituiva l'enorme apparecchio radio che costituiva un pezzo del mobilio nelle case dei nostri nonni) incollata all'orecchio e col fiato sospeso per quel'annuncio che poteva significare vittoria o sconfitta dei propri beniamini. Oppure, perché c'era pure questo, cambiava la colonna vincente del Totocalcio.

Almeno tre generazioni di radiocronisti sono maturate nel mezzo secolo di 'Tutto il calcio'. Tanti nomi di inviati negli stadi che riportano a episodi e modi di dire rimasti indelebili. Forse il più noto è lo "Scusa Ameri! Scusa Ameri!" con cui Sandro Ciotti interrompeva il collega del campo centrale per aggiornare un risultato o descrivere un'azione importante. Ma ci fu anche una piccola 'rivoluzione rosa' a portare un po' di scompiglio: nel 1988 il responsabile del pool sportivo, Mario Giobbe, affida un campo a Nicoletta Grifoni. Il mattino dopo i giornali, più che dei risultati, commentavano l'esordio di una voce femminile in un settore ritenuto maschile per eccellenza.

Curiosamente in 50 anni si sono susseguiti solo tre conduttori in studio. Roberto Bortoluzzi, Massimo De Luca (dal 1987 al 1996) e Alfredo Provenzali, che ancora oggi dirige gli interventi dai campi. Con De Luca arrivò, strano a dirsi per la radio, la rivoluzione televisiva. Bortoluzzi, solo in studio, si faceva portare gli aggiornamenti dai campi non collegati con dei foglietti. De Luca fece installare i monitor e cominciò a dialogare con la regia. Così riusciva anche a individuare episodi che, nella concitazione, sfuggivano ai cronisti. "Il più famoso -ricorda De Luca- fu nell'Atalanta-Napoli dell'aprile 1990. I partenopei e il Milan lottavano per lo scudetto. A Bergamo, Alemao, colpito da una monetina da 100 lire, uscì dal campo causando poi il 2-0 a tavolino per il Napoli. Ciotti, dal campo, non si era accorto della moneta. Io la vidi sul monitor. Con molta delicatezza, per non irritare la suscettibilità di un mostro sacro come lui, ebbi modo di intevenire dallo studio per spiegare quanto accaduto".

Oggi il campionato non è più solo un fatto della domenica. Ci sono gli anticipi e i posticipi, la serie B gioca al sabato e ha un suo 'Tutto il calcio dedicato'. Ma domenica, nello spegnere le 50 candeline, la trasmissione rende omaggio a quei pomeriggi in cui si decideva tutto nello spazio di meno di due ore richiamando in servizio alcune delle voci storiche. Quali? Appuntamento domenica alle 14.50.

Coscienti comunque che questo amarcord non è solo un fatto del passato. Come ricorda il direttore di Radio 1, Antonio Preziosi, "'Tutto il calcio minuto per minuto' non fa soltanto parte della nostra storia. E' uno dei programmi più moderni dell'offerta radiotelevisiva inteernazionale". Ad maiora.