di Juana San Emeterio IL RICCIO
Di Mona Achace, Francia 2009 (Eagle Pictures)
Josiane Balasko, Garance Le Guillermic, Togo Igawa, Anne Broschet, Ariane Ascaride, Wladimir Yordanoff, Sarah Le Picard, Jean-Luc Porraz, Gisèle Casadesus, Mona Heftre, Samuel Achache.
Non era facile portare sullo schermo un bestseller come “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery , un libro letterario e pieno di monologhi e riflessioni, amato da milioni di lettori. Ci ha provato l’esordiente Mona Achace con “Il riccio” che nel titolo perde l’eleganza per sottolineare la presa di distanza dalla versione cinematografica della scrittrice che interviene in occasione dell’uscita del film nelle sale italiane.
“A malincuore esco dal mio riserbo, perchè il pubblico italiano merita di essere informato – dichiara Muriel Barbery - Eagle Pictures, distributore italiano del film , rifiuta di riprodurre nella locandina italiana la dicitura 'liberamente ispirato a', e utilizza elementi grafici della copertina del mio libro senza l'autorizzazione mia e dei miei editori”. “Così - prosegue la scrittrice - si suggerisce l'idea che il film e il libro siano la stessa cosa. Il che mi costringe a ripetere che il libro e il film sono troppo differenti per portare lo stesso titolo”. “Quel che mi interessa - conclude infine l'autrice - è dire ai lettori italiani che hanno accolto così calorosamente il mio libro che non considero questo film espressione dello spirito del romanzo, perchè è troppo diverso”.
Siamo a Parigi, rue de Grenelle numero 7 in un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia, come quella di Paloma (Garance Le Guillermic) che dipana il filo narrativo del film. Dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida,con una vecchia cinepresa del padre registra tutto ciò che vede e le proprie riflessioni (nel libro scriveva pagine di diario). Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée (Josiane Balasko) , che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora arte, filosofia, musica e cultura giapponese. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste. Anche Paloma finge di essere una ragazzina mediocre come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico l'ambiente che la circonda, fino a decidere che per uscire da un mondo simile alla boccia di vetro del pesciolino rosso, si ucciderà il giono del suo compleanno. Due personaggi in incognito, una si nasconde dalla vita, l’altra vorrebbe fuggirne, ignari l'uno dell'impostura dell'altro. Due donne che si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il primo ad accorgersi che Renée non è solo una portiera, ma come afferma Paloma: “Madame Michel ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti”.
Ne “Il riccio” la giovane regista Achace sceglie la semplicità del racconto, trasformandolo quasi in una favola, e costruisce una serie di espedienti come quello di sostituire il diario di Paloma con una vecchia videocamera o i disegni animati che sottolineano certi sentimenti, riuscendo a fare un film piacevole. Indovinate le due protagoniste: la bravissima Josiane Balasko che si cala anima e corpo in Madame Michel e la giovanissima Garance Le Guillermic, una perfetta Paloma. Peccato che nel film si perda una parte di quell’ ‘eleganza’ delle parole e del pensiero del libro, anche se resta intatto il senso delle anime belle che ci circondano.