"Il confine tra Arabia Saudita e Yemen non è mai stato delimitato in maniera definitiva, almeno nei termini giuridici internazionalmente riconosciuti".
Lo spiega a Televideo Valeria Fiorani Piacentini, docente di Storia e Istituzioni del mondo musulmano all'Università Cattolica di Milano.
"Teatro degli scontri è una sorta di 'terra di nessuno', caratterizzata dal nomadismo delle tribù che ci abitano e rendono ancor più difficile la definizione dei confini. Ciò non toglie che l'Arabia Saudita, secondo fonti attendibili, sta costruendo un muro intorno alla sua frontiera anche in quest'area"
"Le tribù ribelli appartengono alla setta sciita degli zaiditi, i più estremisti in termini di contenuti religiosi mentre i sauditi sono campioni dell'ortodossia sunnita islamica".
"Il conflitto oppone i sunniti ortodossi wahhabiti agli sciiti zaiditi. Questi ultimi non hanno però nulla a che vedere con l'Islam sciita iraniano, che è duodecimano" (si rifà cioè al dodicesimo imam, Muhammad al Mandi).
"Gli arabi della Penisola arabica chiamano in causa l'Iran, ma di affinità religiose tra Teheran e i ribelli yemeniti non ce ne sono: si tratta di due Islam sciiti, ma profondamente diversi".
"La crisi in atto è il ripetersi di un percorso che si era aperto ai tempi della Guerra Fredda,quando lo Yemen era spaccato in Yemen del Nord e Yemen del Sud, e quest'ultimo era la porta d'accesso dell'Urss alla Penisola arabica".
"Lo scopo era, allora, quello di destabilizzare una regione che per il blocco occidentale era estremamente importante sia sotto il profilo geo-strategico che sotto quello economico, per le ingenti risorse energetiche presenti".
"Gli interessi in ballo sono poco religiosi e molto materiali,e le conseguenze del conflitto rischiano di danneggiare le grandi potenze,Cina compresa".
"Questa guerra mira destabilizzare il Mar Rosso, una via di transito importantissima per l'Arabia Saudita, sia in termini del pellegrinaggio alla Mecca, che è una delle grosse voci del bilancio di Riad, sia per il transito delle grandi petroliere".
"Neppure il fenomeno della pirateria" (che infuria proprio al largo del Golfo di Aden) "né i miliziani legati ad Al Qaeda sono estranei al conflitto".
"Gli Emirati Arabi Uniti hanno più volte dichiarato piena solidarietà alla causa di Riad, così come il Qatar e il Kuwait. A livello regionale, la situazione è chiara", conclude Piacentini.