Vertice Fao a Roma


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Al summit gli strali di Mugabe

Il presidente dello Zimbabwe lancia accuse agli 'Stati neo-coloniali' n

La seconda giornata del Vertice Fao sulla Sicurezza alimentare si è aperta all'insegna delle accuse che il presidente dello Zimbabwe, Mugabe, ha lanciato agli "Stati neocolonialisti".

Secondo Mugabe, il G8 usa gli aiuti ai Paesi emergenti come "arma di ricatto", mentre le sanzioni contro lo Zimbabwe peggiorano la crisi alimentare, poiché ignorano che "abbiamo messo la fame al al primo punto della nostra agenda".

Il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, ha poi sottolineato l'inadeguatezza delle strategie per garanatire la sicurezza alimentare e auspicato un deciso cambiamento di rotta.

Sradicare la fame nel mondo "quanto prima"
Il Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare ha approvato la dichiarazione finale, che getta la basi per una nuova strategia contro la fame.

Il testo, votato poco dopo l'apertura dei lavori, impegna ad aumentare gli aiuti ai progetti agricoli dei governi dei Paesi poveri, ma non precisa l'entità degli stanziamenti (la Fao aveva chiesto 44 miliardi di dollari l'anno).

Tra le priorità: un coordinamento globale per ottimizzare gli interventi; aiuti diretti ai malnutriti e programmi a medio e lungo termine per combattere le cause della fame e sradicarla "quanto prima", e non più "entro il 2025".

Tre giorni di Vertice
Ai tre giorni di lavori del vertice mondiale della Fao sulla sicurezza alimentare partecipano 60 fra capi di Stato e di governo, oltre al segretario dell'Onu, Ban Ki-moon.

Tra gli obiettivi del summit: delineare le strategie per dimezzare entro il 2015 il miliardo di persone che soffrono la fame nel mondo. Fa però discutere l'assenza dei leader dei Paesi del G8, tra i più ricchi del mondo, che all' Aquila si impegnarono contro la fame.

Per sensibilizzare al problema, Ban, il direttore generale Fao Diouf e il sindaco di Roma Alemanno hanno digiunato nelle 24 ore precedenti il summit.