NEL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE

di Sandro Calice

NEL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE

di Spike Jonze, Usa 2008 (Warner Bros. Italia)
Max Records, Catherine Keener, James Gandolfini, Catherine O'Hara, Paul Dano, Forest Whitaker, Lauren Ambrose, Tom Noonan, Angus Sampson, Mark Ruffalo.

“Nel paese delle creature selvagge” non è un film per bambini. Almeno se siamo convinti che i bambini, o meglio i ragazzi, siano solo “angioletti” e che la fantasia e l’immaginazione non abbiano lati selvaggi. Non la pensava ovviamente così Maurice Sendak, classe 1928, quando nel 1963 ha scritto “Where the wild things are”, il libro da cui è tratto il film di Spike Jonze ("Essere John Malkovich"). Il libro è diventato un classico per l’infanzia, messo da Publishers Weekly tra i 10 best-seller per bambini di tutti i tempi, e l’autore ha vinto nel 1970 l'Hans Christian Andersen Award come illustratore e nel 2003 il premio Astrid Lindgren Memorial for Literature, considerato “il Nobel dei bambini”. Jonze ne ha fatto un film interessante, fuori dalle categorie.

Max (Records) è un bambino sensibile e inquieto, i genitori sono separati, la madre (Keener) lo adora, ma non è sempre presente, la sorella più grande ha i suoi amici e la sua vita. Una sera la madre porta a casa un amico, Max reagisce violentemente e fugge. Comincia un viaggio, a piedi e poi per mare, che lo porterà nel Paese delle Creature Selvagge. Sono mostri enormi e misteriosi, che ricordano i peluches di Max: c’è Carol (voce di Gandolfini) il potente leader del gruppo simile a un orso; c’è KW/KK (Ambrose), ribelle e malinconica, della stessa “razza” di Carol; c’è Douglas (Cooper) un laborioso e fedele gallo gigante; c’è Judith (O’Hara), leonessa pessimista e dominante; c’è Ira (Whitaker), una sorta di gorillone buono, compagno di Judith ed esperto nel fare buchi; e c’è Alexander (Dano), una piccola capra con un evidente complesso di inferiorità rispetto ai compagni. Le Creature sono alla ricerca di un leader e Max viene incoronato loro Re. “Cosa pensi di fare per la tristezza e la solitudine?” è la prima richiesta dei sudditi. “Putiferio!” ordina re Max. Ma imparerà presto che i rapporti necessitano di qualcosa di più che il solo gioco.

Jonze, che ha lavorato per anni a questo progetto, dice di aver voluto fare un film “che non parlasse con toni di superiorità nei confronti del bambino”, che mettesse in luce l’aspetto “selvaggio” dell’infanzia, senza addolcirlo come avviene di solito. “Nel paese delle creature selvagge”, allora, è una favola sporca, rumorosa, con una colonna sonora “adulta”, che parla di un’immaginazione in cui i mostri ci sono, sono imprevedibili ma possono essere conquistati con la fantasia. Le Creature hanno zanne, artigli, una forza spaventosa, sono sporchi, violenti, distruggono tutto e mangiano gli esseri umani. Ma in fondo sono solo bambini, ci dice il regista, il lato folle e violento delle emozioni, che sono in noi al pari dell’amore, che fanno parte della natura umana, bambini compresi. Così che quando KW/KK dice a Max: “Ti mangerei da quanto ti amo”, invece di spaventarci, ci commuoviamo.