PARNASSUS - L'UOMO CHE VOLEVA INGANNARE IL DIAVOLO

di Sandro Calice

PARNASSUS – L’UOMO CHE VOLEVA INGANNARE IL DIAVOLO

di Terry Gilliam. Francia, Canada, Gran Bretagna 2009 (Moviemax) Heath Ledger, Johnny Depp, Colin Farrel, Jude Law, Christopher Plummer, Lily Cole, Andrei Garfield, Tom Waits, Verne Troyer.

Gilliam è uno dei più straordinari narratori di favole per adulti, come Spielberg per i ragazzi. E dopo “Brazil” (1985) e “Le avventure del Barone di Munchausen” (1988) torna con una storia originale insieme con l’amico sceneggiatore Charles McKeown. Il dottor Parnassus (Plummer) ha un dono speciale: riesce a realizzare i sogni del pubblico nel suo spettacolo itinerante chiamato l’Imaginarium. Entrare nello specchio sul palco significa entrare nell’immaginifica mente di Parnassus e vedere materializzati tutti i più favolosi desideri. Col vecchio dottore ci sono il fido Percy (Troyer), il giovane Anton (Garfield) e la figlia Valentina (Cole). Il dono di Parnassus, però, ha un prezzo. Secoli prima un patto col perfido Mr. Nick (Waits) ha stabilito che in cambio del suo potere Parnassus avrebbe gli consegnato l’anima di sua figlia al compimento del sedicesimo anno di età. Mancano tre giorni e il diabolico Nick rilancia: chi riuscirà a sedurre cinque anime deciderà il destino di Valentina. I giochi sembrano decisi a favore del diavolo, ma la compagnia si imbatte in Tony (Ledger, Depp, Law, Farrel), uno smemorato e spregiudicato avventuriero che potrebbe cambiare le sorti della partita.

Visionario è l’abusato aggettivo che si usa per descrivere il cinema di Gilliam. In questo film, poi, il tema dell’immaginazione è potentissimo, al centro di tutto. Gilliam fa dire a Parnassus che l’universo intero si regge sui racconti degli uomini: finquando ci sarà qualcuno che racconta una storia, l’universo non morirà. E in questo senso è anche un film sulla forza salvifica dell’arte, di qualsiasi arte, sulla missione dell’artista di creare i sogni e svelare la bellezza e la verità del mondo. La morte di Ledger durante la lavorazione ha dato paradossalmente un nuovo impulso creativo all’opera: l’artifizio narrativo per cui dentro lo specchio (la mente) di Parnassus possiamo non avere le stesse sembianze con cui ci vede il mondo, ha permesso a Depp, Law e Farrel (che hanno devoluto i loro compensi alla famiglia dell’amico scomparso) di dare maggiore spessore alla storia. Il risultato è un fantasy colorato e sognante, un parco giochi per adulti che stimola idee e riflessioni. Le uniche debolezze, a nostro parere, sono che Gilliam, a differenza del suo “allievo” Tim Burton, sembra non riesca a portare il gioco fino in fondo con la dovuta leggerezza, indugiando troppo su morali e filosofie, da un lato. Mentre dall’altro, forse a causa di un montaggio costretto dagli eventi, o forse perché una storia sull’immaginazione non può essere “lineare”, si percepisce un racconto che in qualche passaggio prosegue a fatica.