dagli inviati Sandro Calice e Juana San Emeterio
All'Auditorium è il giorno di Luca Lucini, con la carovana di attori del cast di “Oggi Sposi”, Luca Argentero, Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Carolina Crescentini, Moran Atias, Gabriella Pession, Dario Bandiera, Filippo Nigro. Il regista prende subito le distanze dal “rischio” cine-panettone e punta alla “rinascita della commedia”: “Lo sforzo è di rendere attuale un genere nostro – dice in conferenza stampa - che appartiene alla storia del cinema italiano, come la commedia all'italiana, e gli ingredienti per noi sono la sceneggiatura e la recitazione. Sono convinto che una volta si esportava la commedia all'estero, grazie ai nostri autori, e ora inizia un nuovo periodo per questo genere. Il cine-panettone, invece, è un fenomeno locale”. Come ha costruito il cast? "E’ stato bello, la sceneggiatura era forte, e avevamo una gran voglia di dare nuova forza ad un genere come la commedia all'italiana. Tutti hanno aderito con entusiasmo, e si sono divertiti a fare un lavoro insolito, anche andando sopra le righe".
Di tutt’altro tenore, in concorso nella sezione “Alice nella città”, “Marpiccolo” di Alessandro di Robilant, sulla realtà di uno dei quartieri più disagiati di Taranto, vicino alla fabbrica dell’Ilva. Taranto è una città "poco vista al cinema", secondo il regista, "scelta per caso" come location del film "Marpiccolo", "coscienza sporca dell'Italia, la polvere da nascondere sotto il tappeto". “Dove abbiamo voluto raccontare la grandissima vitalità della gente, non quella 'musona', ma quella che lotta per avere quel poco che la terra ha da offrire".
In concorso il film cinese "Qingnian - Youth" di Jun Geng. Fuori concorso "Io, Don Giovanni" di Carlos Saura. Evento speciale l'incontro con lo scirttore e poeta brasiliano Paulo Coelho, accompagnato da Elisabetta Sgarbi e Lucio Dalla, che presenta in anteprima mondiale un lungometraggio basato sul suo libro "La strega di Portobello".OGGI SPOSI
di Luca Lucini, Italia 2009 (Universal)
Luca Argentero, Moran Atias, Dario Bandiera, Carolina Crescentini, Francesco Montanari, Filippo Nigro, Gabriella Pession, Michele Placido, Renato Pozzetto, Isabella Ragonese, Lunetta Savino, Hassani Shapi.
I deliranti, rocamboleschi e faticosi preparativi per il matrimonio e la leggerezza con cui spesso si affronta un evento in realtà serio, sono messi in scena, in una commedia divertente.
Quattro matrimoni, mille peripezie e un solo obiettivo: raggiungere l'altare e pronunciare il fatidico "si'". Poco importa se, come nel caso del duo Pession-Montanari, non c'è amore ma al suo posto tanto gossip e tanto business: lei è una aspirante soubrette e lui un finanziere dalla dubbia onestà. Ma via comunque alle ‘nozze del secolo’ senza sapere che anche qualcun altro ha deciso di ‘imbucarsi’ all’evento. C’è infatti anche la coppia squattrinata, composta da Dario Bandiera e Isabella Ragonese che aspetta un figlio, ha un lavoro precario ed è tormentata dai parenti siciliani di lui che vogliono essere invitati in massa alle nozze. I due non hanno un soldo e dovranno escogitare un piano per un matrimonio a costo zero. C’è il matrimonio multietnico rappresentato da Luca Argentero, poliziotto pugliese con un passato di latin lover che ha deciso di mettere la testa a posto con la figlia dell' ambasciatore indiano, la bella Moran Atias. Qui lo scontro fra culture è inevitabile: il poliziotto è figlio di un contadino del sud (Placido), vecchio stampo che usa soprattutto il dialetto ed è fedelissimo alle sue radici, mentre lei e la sua famiglia, altrettanto rigidi nel rispettare la tradizione, vogliono un matrimonio indù. E c’è, infine, anche la coppia Crescentini- Nigro: lei una massaggiatrice senza scrupoli che tenta di accalappiare il padre di lui (interpretato da Renato Pozzetto) solo per il "denaro" ma poi finisce con l'innamorarsi proprio del figlio, un Pm che indaga su intrecci mafiosi (quelli appunto dello sposo interpretato da Montanari) e tenta di dissuadere il padre dallo sposare la giovane.
Come funzioneranno tutti questi matrimoni chi lo sa? Ma i divertenti preparativi ci raccontano un po’ i cambiamenti della società. Si ride senza volgarità e senza stereotipi. E’ la commedia all’italiana? Forse no, ma ci siamo abbastanza vicini. J.S.
MARPICCOLO
di Alessandro Di Robilant, Italia 2009 (Bolero Film)
Anna Ferruzzo, Giorgio Colangeli, Valentina Carnelutti, Michele Riondino, Giulio Beranek, Selenia Orzella.
Siamo in un quartiere degradato di Taranto vicino all’Ilva, una delle più grandi ed inquinanti fabbriche d’acciaio d’Europa. Un quartiere fatto di case brutte, prefabbricati, strade rotte e autobus che non passano. Un quartiere dove regnano l’abusivismo e l’illegalità. Da un lato c’è la sagoma dell’Ilva dall’altro il “mar piccolo”, unico passatempo dei giovani, tra i quali c’è anche Tiziano (Giulio Beranek). Tiziano è un ragazzo al limite. A scuola ci va poco e male, ha alle spalle un padre disoccupato che si rovina con il video-poker, la madre battagliera che cerca di tirare avanti ed una sorellina piccola. Fa lavoretti per Tonio, il boss locale, e sogna soltanto d'andarsene via. Il futuro sembra segnato quando finisce nel carcere minorile, ma Tiziano non è solo: intorno a lui De Nicola, l'educatore, la Costa, la professoressa d'italiano, Stella, la sua ragazza, Lucia, la sua sorellina, e Maria, sua madre. E persino Franco, suo padre, in apparenza lontano e ostile. Tutti hanno fiducia in lui, non si lasciano demoralizzare, perchè credono che Tiziano abbia una possibilità.
“Marpiccolo", film liberamente tratto dal romanzo "Stupido" di Andrea Cotti, racconta un’Italia degradata fatta da persone che sembrano non avere speranze, ma rassegnate a vivere nell’illegalità, nel sopruso. Quel sud che ci viene descritto sempre come irrecuperabile. Alessandro di Robilant lo racconta con durezza ma ne sottolinea anche gli aspetti positivi che pur ci sono: la voglia di lottare e di cambiare. Un ritratto meno rassegnato che apre alla speranza. Da segnalare l’ottima interpretazione di tutto il cast, in particolare la prova dell’esordiente Beranek, di mestiere giostraio e con un passato di calciatore in Grecia. J.S.
QINGNIAN – YOUTH
di Geng Jun, Cina 2008 (Indie Workshop)
Liu Jincai, Wang Guoqing, Gao Tieying, Liu Jinbao.
Fosse un “documentario” e non fosse stilisticamente ostico, come certo neorealismo di ritorno, “Youth” è un lavoro che ha una sua ragione d’essere. Che vita è quella dei cinesi, questo popolo onnipresente e sconosciuto destinato a pesare sul futuro di noi tutti? Non i cinesi delle metropoli, ma quelli di una sperduta periferia ai confini del mondo, la provincia di Heilongjiang, prima della steppa siberiana. Geng Jun, il regista, ci è nato, e ci mostra una generazione di ragazzi poveri, senza speranza, ignoranti, senza soldi per mangiare ma mai senza credito nel telefonino, con la prospettiva della malavita come unica occasione di riscatto. Jincai vuole sposare Wu Li, che è appena tornata da Pechino, ma senza dote le famiglie non danno il consenso. Ed è la tragedia. Guoqing non lavora da mesi, ma è sempre generoso e a disposizione degli amici. Fino al sacrificio. E tutti gli altri, con lavori e sentimenti di fortuna, sempre in attesa di un’occasione, di una partenza, o dell’ennesima disgrazia.
Colpisce lo spaccato di povertà urbana e disperazione che Geng Jun ci offre sulla Cina moderna, in parte già visto negli anni scorsi in molti film presentati a Venezia, su tutti il vincitore del Leone d’Oro 2006 “Sanxia Haoren” (“Still Life”) di Jia Zhangke. Una gioventù che vive sogni di riflesso, rimbalzati dalla tv e da internet, senza nemmeno capirli. Case vuote, dove un unico mobile funziona da letto, divano e tavola da pranzo e dove i poster di attori alle pareti l’unico altro arredo. Lunghe, interminabili, distruttive mangiate e bevute, di quello che c’è, che ognuno porta, dove una Coca Cola è il lusso. Il tutto ripreso con immagini “televisive”, da reportage. Non c’è quasi fiction, perché non ci può essere, e forse per questo è difficile per lo spettatore l’empatia con la storia e l’emozione. Sa.Sa.IO, DON GIOVANNI
di Carlos Saura, Italia-Spagna 2009 (Lucky Red)
Lorenzo Balducci, Lino Guanciale, Emilia Verginelli, Tobias Moretti, Ennio Fantastichini, Ketevan Kemolidze, Francesca Inaudi, Franco Interlenghi.
Siamo a Venezia nel 1763. Lo scrittore Lorenzo Da Ponte (Lorenzo Balducci), dissoluto e libertino, ex prete, viene esiliato a Vienna per aver scritto versi contro la Chiesa. Amico intimo di Giacomo Casanova (Tobias Moretti), l'uomo viene da questi presentato a Salieri (Ennio Fantastichini) e viene a contatto con Mozart (Lino Guanciale). Il maestro di corte spinge Da Ponte a lavorare con Mozart ed a diventare il librettista del geniale musicista di Salisburgo. Da Ponte si ispirerà alle sue stesse avventure erotico-sentimentali per dare origine ad una delle più audaci e potenti composizioni mozartiane: il Don Giovanni.