ORPHAN

di Sandro Calice

ORPHAN

di Jaume Collet-Serra, Usa 2009 (Warner Bros. Italia)
Peter Sarsgaard, Vera Farmiga, Isabelle Fuhrman, Lorry Ayers, Jimmy Bennett

Fidatevi, raramente avete visto una bambina più inquietante. Kate (Farmiga) cerca dolorosamente di ricostruire la propria vita. Ha perso un figlio al terzo mese di gravidanza, è caduta preda dell’alcol e in un momento di disattenzione ha rischiato che uno dei suoi due figli morisse annegato. John (Sarsgaard) è un marito comprensivo e innamorato, ma l’equilibrio della coppia è fragilissimo. Per salvarla, decidono di adottare una bambina. Durante una visita a un’orfanotrofio restano colpiti da Esther (Fuhrman), una bambina di 9 anni con un passato misterioso, ma estremamente intelligente e dotata. Troppo intelligente. L’arrivo di Esther invece di lenire, stranamente riapre tutte le ferite della coppia. Per John è solo una bambina che si deve abituare alla nuova vita, ma Kate intuisce qualcosa di terribile. Peccato che nessuno abbia più fiducia in lei.

“Orphan” è un bel thriller psicologico con venature horror. Collet-Serra (“House of wax”), grazie anche a una sceneggiatura calibrata (David Leslie Johnson), tesse una tensione crescente ma ovattata, pur ricorrendo agli stilemi classici del genere e senza virtuosismi. L’ambientazione (una casa piena di angoli scuri immersa in un panorama invernale), la storia (un “orrore” che non ha nulla di soprannaturale e per questo più angosciante), la costruzione (niente effettacci, una fotografia e una recitazione di quella normalità sempre sull’orlo della tragedia) ne fanno non un capolavoro, ma sicuramente uno dei migliori film di genere usciti ultimamente.