E’ stato un autentico divo che, dall'età di 26 anni, senza concedersi mai un riposo adeguato, ha continuato tutta la vita a bruciare energie sul podio e al pianoforte, aspettando l'arrivo del suo anno sabbatico. E’ stato il primo direttore d'orchestra americano, in assoluto, a imporsi sul piano internazionale, grazie anche alla sua personalità così insolita, imprevedibile, eclettica.
Aveva il dono di creare all'istante un'atmosfera distesa e cordiale, e di comunicare facilmente con le persone, imponendo lo stile inconfondibile dei suoi discorsi e trasmettendone la schiettezza, ora un po' indisciplinato, ora un po' troppo indulgente con se stesso, ma comunque sempre assolutamente irresistibile e unico.
Compositore, direttore d'orchestra, pianista, scrittore, educatore, e soprattutto divo, Leonard Bernstein (nato a Lawrence, Massachussets, il 25 agosto 1918) era una autentica ''superstar'', e la fama del suo fascino giunse in Europa, puntualmente, a seguito di tutto ciò che gli States ci mandavano: dal cinema alla scienza, dalla musica alla moda, dalla letteratura ai movimenti sindacali e a quelli studenteschi. La sua grande occasione arrivò quando fu chiamato a sostituire Bruno Walter per un grande concerto alla Carnegie Hall, alla guida dell'orchestra filarmonica di New York: il concerto fu trasmesso in diretta dalle maggiori reti radiotelevisive Usa, ingigantendo automaticamente la sua popolarità e facendo scoprire a un'intera generazione di americani l'amore per la musica. Cominciò, così, una carriera folgorante, resa più solida da undici anni d'esperienza come ''music director'' della Filarmonica newyorkese dal 1958 al 1969, della quale si sentì sempre orgoglioso per essere riuscito a trasformarla in una specie di camaleonte all'insegna del virtuosismo. ''Nel passare da un pezzo all'altro- diceva- il suono e lo stile dell'orchestra cambiavano. L'intero insieme aveva raggiunto un tale grado di virtuosismo, intelligenza e fusione che era una gioia dirigerlo''.
Grande personalità umana, oltre che musicale, conquistava con facilità le platee di tutto il mondo. Indimenticabile la grande impresa beethoveniana coi Philarmoniker di Vienna che diresse, oltre che nelle nove sinfonie, anche nella ''messa solenne'', riprese e trasmesse da tutte le televisioni europee. Diresse le orchestre più famose del mondo: da Berlino a Londra, da New York a Milano, da Houston a Salisburgo e in Israele, dirigendo soprattutto musiche di Berlioz e Strawinskij, di Brahms e Schuman, di Mozart e Mahler, di Bruckner e Strauss. La sua ultima volta a Roma fu nell’87, quando diresse, all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ''Boheme'' di Puccini. Si trattò di una operazione musicale certamente molto ''curiosa'', con una compagnia di canto quasi completamente formata da giovani americani che si esponevano a una impresa ''rischiosa'', per la necessità di cantare in italiano con chiara pronuncia e per il rigore esecutivo necessario per la registrazione del concerto ''dal vivo'' per la ''Deutsche Grammophon''.
La sua storia in Italia era cominciata alla ''Scala'' nel 1953 con una indimenticabile ''Medea'' di Cherubini, con la Callas e la regia di Luchino Visconti. Fu, quello, il primo ingresso di un direttore americano nel tempio della lirica italiana. Oltre che come direttore, si impose ovunque come pianista, come didatta negli istituti musicali americani più prestigiosi, come compositore di sinfonie, di commedie musicali, di opere e di musica per balletti: ''The age of anxiety'' 'On the town'', ''Fancy free'', ''Facsimile'' e, sopratuttto, West side story''.
Fu amico delle star e dei produttori di Broadway e di Hollywood, degli scrittori e dei drammaturgi, dei capi di Stato e dei Cancellieri, sempre preceduto dalla fama di ''radical chic''. La sua ammirazione entusiastica per i gruppi delle ''black panters'' alimentò per mesi le rubriche mondane, e le sue convinzioni sui comportamenti sessuali furono motivo di lunghue polemiche. Tra i suoi grandi amori, Parigi e la moglie Felicia, deceduta nel '78 dopo oltre 30 anni di matrimonio. Leonard Bernstein muore il 14 ottobre del 1990.
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Il 14 ottobre nella storia
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