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Bomba a Milano, Maroni: azione kamikaze

'Ancora più pericolosa se autonoma'. Due fermi per presunti complici, trovato 'potenziale esplosivo'. Manganelli: caso di non integrazione m

L'attentatore che ha colpito la caserma di Milano "è compatibile con la figura del kamikaze". Lo ha detto il ministro dell'Interno dopo il Comitato per l'Ordine e della sicurezza, aggiungendo che ancora non si sa se l'attentato è opera di un'organizzazione 'fai da te" o legata a organizzazioni strutturate".

Se l'attentato non fosse legato a gruppi, ha detto Maroni, sarebbe più pericoloso, perché si tratterebbe di persone autonomamente ispirate ad azioni jihadiste, e potrebbero essere tante e risulterebbe più difficile controllarle. E ha aggiunto che l'uomo ha citato frasi su missioni estere. Decisi più controlli su vendita precursori esplosivi.

Fermati due complici
Nella notte sono stati fermati a Milano dalla Squadra mobile due complici di Mohamed Game, il libico che ieri si è fatto esplodere davanti alla caserma "Santa Barbara" dell'esercito, in Piazzale Perrucchetti. Ferito un militare e lo stesso attentatore. I fermati sono considerati complici dagli inquirenti, con l'accusa di detenzione e fabbricazione e fabbricazione di esplosivo. Non risultano legami dei tre con la Jihad islamica internazionale. Nelle perquisizioni, la Digos ha trovato 40 Kg di potenziale esplosivo, un fertilizzante che, miscelato con altre sostanze, può trasformarsi in ordigno.

Stesse accuse per i complici di Game
Sono accusati degli stessi reati contestati all'uomo che ieri ha tentato di farsi esplodere davanti alla caserma Santa Barbara di Milano, i due fermati nella notte, nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura. Lo ho spiegato in una conferenza stampa il Procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro. Detenzione, fabbricazione e porto di esplosivi, queste le accuse per Mahmoud Kol, egiziano, e Imbaeya Israfel, libico, che sarebbero così complici di Mohammed Game, l'attentatore, anch'egli libico, arrestato ieri. Il materiale esplosivo sequestrato nell'appartamento dei due era stato acquistato da Game una settimana fa.

Manganelli: problema di mancata integrazione
L'attentato di Milano "è frutto non solo di fanatismo ma è anche il risultato di una mancata integrazione". Lo ha detto il capo della Polizia, Manganelli, secondo cui l'integrazione "può servire a evitare fatti come quelli di Milano, compiuti anche da immigrati di seconda generazione, perfino integrati, ma evidentemente non ancora pronti a essere assorbiti nella nostra cultura".

Per Manganelli,"non possiamo consentire l'immigrazione clandestina che danneg- gia quella regolare ed è fonte di cri- minalità". Oltre alla difficoltà di in- tegrazione, c'è però anche un problema di sicurezza reale:su 900mila autori di reati,nel 2008, 1/3 era straniero.