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11 ottobre

Nasce Eleanor Roosvelt, nasce Joan Cusack, nasce Yuri Chechi, la camorra uccide Franco Imposimato

Sarà sempre ricordata per la più celebre delle sue canzoni, ''La vie en rose'', ma la sua vita fu tutt'altro che rosa. Del suo mito intramontabile sono rimasti, mai dimenticati, il volto pallido dai grandi occhi cerchiati e i folgoranti successi, le discutibili amicizie e la gelida povertà, la ricchezza soffocante e i tanti, disordinati amori finiti tragicamente.

Edith Giovanna Gassion, ''la pura incarnazione della melodia'', nacque il 19 dicembre del 1915 in una casa della povera Rue Belleville nella periferia dura di Parigi. Qualcuno sostiene che la madre la partorì sul marciapiede, altri nell'androne del misero edificio in cui abitava la famiglia Gassion, nome che la cantante poi cambiò in Piaf, che nell'argot di Parigi significa passerotto. Ebbe un’infanzia senza luce e un’adolescenza vissuta con il complesso di un corpo minuscolo: 1 metro e 47 di altezza, senza seno e altre curve, con un '' viso da fantasma'', come lei fu solita dire guardandosi allo specchio.

Le prime amicizie furono ragazzi e ragazze di strada. Come lei, che così, in qualche modo, restò sempre. Sfavorita fisicamente, scoprì che la sua voce piaceva e per trovarsi un compagno cominciò a cantare. Cantò nei caffè, nelle taverne e agli angoli delle strade, quando non faceva troppo freddo. Qualcuno le regalava anche dei soldi e per questo decise che cantare sarebbe stato il suo mestiere. La sua incredibile voce le portò anche il primo amore, Louis Dupont. Lei aveva sedici anni, lui diciotto. La felicità durò poco. Rimase incinta e passò mesi d'inferno: senza soldi, senza casa, con i genitori infuriati. Era il 1932 quando nacque Marcella. Non servì a migliorare i rapporti con il compagno e un giorno decise di abbandonarlo insieme alla figlia. Collezionò quindi avventure con uomini del ''milieu'' e cantò dove capitava. Due anni dopo la ‘fuga’, una meningite uccise la piccola Marcella. Fece appena in tempo a vederla: la bambina le morì tra le braccia e il rimorso la segnò per la vita.

Nel 1935, incontrò il suo Pigmalione, Louis Lepleé, proprietario del ''Gerny' s'', un famoso restaurant-cabaret. Lui la sentì cantare e la invitò a una prova. Il successo fu immediato. Le si aprirono così i microfoni della radio e le porte del cinema, cominciò a incidere dischi. Ma era in agguato un altro lutto. Lepleé, che lei ormai chiamava papà, fu ucciso nel suo appartamento da due rapinatori. Perse così una guida importante, ma non il successo. Diventò amica di intellettuali, registi, attori, uomini del bel mondo. Vendette sempre più dischi e coronò il sogno del grande amore con il pugile Marcel Cerdan, campione del mondo dei pesi medi.

Con Cerdan, l' "uomo dal pugno d'acciaio", trascorse gli anni più felici della sua vita, una felicità interrotta però ancora una volta dalla morte: nell'ottobre del 1949, Cerdan perì in un incidente aereo e per lei iniziò una lunga discesa verso il buio. Continuò a cantare, vendendo milioni di dischi, ma con l’anima spenta. Visse due matrimoni inutili (con Jacques Pills nel '52 e con Theo Sarapo nel '62): in tutti i suoi recital ci fu sempre ''Inno all'amore'', la canzone da lei composta la notte della tragica fine di Cerdan. La distrussero, pian piano, incidenti, alcol e droga.

Morì, a soli 48 anni, l’11 ottobre del 1963. Uno dei suoi ultimi grandi successi era stato ''Je ne regrette rien'', ''Io non rimpiango nulla''.


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L'11 ottobre nella storia

1884: Nasce Eleanor Roosvelt 1962: Nasce Joan Cusack 1969: Nasce Yuri Chechi 1983: La camorra uccide Franco Imposimato

 

 

 

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