LA DOPPIA ORA

di Sandro Calice

LA DOPPIA ORA

di Giuseppe Capotondi, Italia 2009 (Medusa)
Ksenia Rappoport, Filippo Timi

Capotondi, alla sua opera prima, mastica cinema e vuole farlo vedere, in questo film fortemente voluto dal direttore della Mostra, Muller, a Venezia 66. Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera in un hotel. Guido è un ex poliziotto che lavora come custode in una villa. Si incontrano a uno “speed date”, dove lui è un cliente fisso e lei va per la prima volta. Si accende qualcosa, ma prima che il sentimento possa palesarsi, Guido viene ucciso durante una rapina nella villa, dove aveva portato Sonia. La donna si trova a elaborare un lutto che non capisce, di cui un ex collega di Guido la ritiene addirittura responsabile. E comincia ad avere visioni, a fare sogni, a ricordare un passato rimosso. Nessuno più sembra essere chi dice di essere, Sonia compresa.

“La doppia ora”, secondo il protagonista la combinazione di cifre uguali sull’orologio (le 23.23, le 14.14), momento per esprimere un desiderio con la possibilità che si avveri, è un film che gioca coi generi e le citazioni. C’è il noir, il melò, il thriller, l’horror psicologico. Ma forse c’è troppo. Capotondi è abile a destreggiarsi nella narrazione e gli attori sono molto bravi, Timi soprattuttto, anche se è stata la Rappoport ad aver vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Venezia 66. Ma la sensazione è che il film prometta molto di più di quello che alla fine riesce a mantenere.