7 ottobre 1985. Sono le 6 del mattino ora italiana quando l'Achille Lauro entra nel porto di Alessandria d’Egitto. Effettua una sosta di quattro ore, utile a portare a termine una serie di rifornimenti. Verso le 10 riparte alla volta di Porto Said con 427 persone a bordo (tra le quali un centinaio di passeggeri), mentre gli altri 676 restano a terra per visitare Il Cairo e poi raggiungere la nave. Alle 19, il corrispondente al Cairo dell'agenzia di stampa Ansa segnala alla sede italiana che un radioamatore svedese ha captato un messaggio dell'Achille Lauro, secondo cui la nave sarebbe stata attaccata da palestinesi. La conferma del sequestro arriva tre ore dopo: l’imbarcazione è stata sequestrata, poco dopo la partenza da Alessandria, da un ''commando'' che chiede la liberazione di 52 palestinesi detenuti in Israele. In caso contrario, la nave sarà fatta saltare in aria. Alla notizia segue una riunione urgente a Palazzo Chigi tra Craxi, Andreotti e Spadolini, che convoca i capi di Stato Maggiore e mette in stato d'allerta ''tutti gli strumenti militari idonei a operare per la protezione dei cittadini e dei beni italiani''. Nessun altro segnale radio, intanto, proviene dalla nave, la cui localizzazione è incerta.
8 ottobre. Alle 8 del mattino la radio spagnola ''Onda pesquera'' capta un messaggio del comandante dell'Achille Lauro Gerardo De Rosa: assicura che ''tutto procede bene'' a bordo, chiede che nessun'altra nave si avvicini e afferma che l'imbarcazione è diretta a Beirut. La radio falangista ''Voce del Libano'' annuncia invece che l'Achille Lauro ha fatto rotta verso il porto siriano di Tartous, con le cui autorità i ''pirati'' sono in contatto radio. I dirottatori chiedono di negoziare con il comitato internazionale della Croce Rossa e con gli ambasciatori di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania Federale accreditati in Siria. Nel corso della mattinata, le due emittenti captano un secondo messaggio dei dirottatori: affermano di aver ucciso un primo ostaggio. Il presidente dell’Olp, Yasser Arafat, dichiara intanto di ''non essere al corrente'' del sequestro della nave e nega il coinvolgimento dell'organizzazione. La stessa mattina, quattro elicotteri militari italiani ''HH 3F'' partono per la base britannica di Akrotiri a Cipro, e da Gaeta salpa per destinazione ignota la nave ammiraglia della sesta flotta americana ''Uss Coronado''. Tutto il mondo è in allarme.
9 ottobre. La ''Voce del Libano'' intercetta un altro messaggio radio del comandante De Rosa: ''tutti i passeggeri sono sani e salvi'' e saranno presto liberati. La nave è al limite delle acque territoriali cipriote. Poi, Radio Israele annuncia che l’Achille Lauro è tornata al largo di Alessandria e che i terroristi stanno negoziando con funzionari egiziani. Secondo il quotidiano egiziano ''Al Ahram'', il commando è composto da sette uomini e il suo capo è Omar Mustafa (Abu Rashad). Nel pomeriggio, fonti della capitaneria di porto e consolari di Porto Said affermano che i dirottatori hanno deciso la resa. La notizia è confermata al Cairo da fonti ufficiali, tra cui l'Ambasciata italiana. I sequestratori lasciano la nave a bordo di una motovedetta egiziana. In serata, Bettino Craxi annuncia l'assassinio di un passeggero statunitense, Leon Klinghoffer (nella foto con la moglie), disabile. Il cadavere è stato gettato in mare. Non sarà mai ritrovato.
10 ottobre. L’Achille Lauro entra a Port Said. La polizia cerca, senza trovarli, esplosivi. La notizia dell'assassinio del passeggero Usa di origine Ebraica, intanto, scatena aspre reazioni in Israele, dove fonti governative affermano di avere ''prove assolute, complete ed irrefutabili'' che Arafat era al corrente del piano per sequestrare la nave. Nel frattempo, un aereo egiziano tenta di portare i quattro terroristi in Tunisia, ma viene intercettato e dirottato da quattro caccia statunitensi, che ‘scortano’ il velivolo fino alla base Nato di Sigonella, in Sicilia. Il commando viene quindi consegnato all’Italia.
11 ottobre. I quattro terroristi vengono interrogati. Dichiarano che il sequestro della Achille Lauro è stato deciso perché qualcuno ha scoperto le loro armi, in origine destinate a compiere attentati in Israele. In serata, il Boeing egiziano dirottato decolla da Sigonella diretto a Ciampino. A bordo anche due esponenti palestinesi: Abu Abbas, leader del ''Fronte di liberazione della Palestina'' e membro dell' esecutivo dell'Olp, e un suo collaboratore, entrambi uomini di Arafat. Il 12 ottobre, dopo essere stati interrogati, i due ripartono per la Jugoslavia. Gli Stati Uniti protestano aspramente e Reagan parla di ''offesa personale''.
13 ottobre. Le autorità egiziane autorizzano la partenza della Achille Lauro. Negando l'evidenza, il Fronte per la liberazione della Palestina afferma in un comunicato che Klinghoffer non è stato ucciso dal ''commando'' palestinese, ma è morto per infarto. Abu Abbas si trattiene in Jugoslavia dove è coperto da immunità diplomatica. Washington trasmette all'Italia una nota di protesta e chiede alla Jugoslavia l'estradizione del dirigente dell'Olp, considerandolo la ''mente'' del sequestro. Sarà catturato dai militari Usa il 16 aprile del 2003 nella sua casa alla periferia di Baghdad.
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Il 7 ottobre nella storia
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1913: Ford introduce la catena di montaggio | 1982: A Broadway debutta il musical Cats | 1993: In Puglia scoperti i resti dell'Uomo di Altamura | 2008: Identificato per la 1a volta meteorite contro la Terra |
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