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27 settembre

Muore il pittore Edgar Degas, nasce Carlo Alberto Dalla Chiesa, nasce il cantante Jovanotti, nasce la cantante Avril Lavigne totti

Qualcuno ricorderà il suo sguardo concentrato, un attimo prima di battere il rigore decisivo contro l’Australia, all’ultimo secondo di partita negli ottavi del Mondiale di Germania. E poi quel ditone accompagnato alla bocca, un attimo dopo aver segnato e aver portato l’Italia ai quarti. Un gesto come di sollievo, in cerca di rifugio dopo una grande tensione.

E anche se il vezzo di esultare in quel modo è conseguenza della paternità, una dedica ai due figli di ogni prodezza sotto rete, in quel gesto di Francesco Totti è facile riconoscere qualche cosa di eternamente spontaneo, infantile. Una genuinità fresca, da “Pupone”, che il capitano della Roma non ha mai potuto né voluto nascondere. Un modo di essere campione e star internazionale senza rinunciare a sé stesso, suo limite e sua grande risorsa. Dall’oramai lontano 1993, quando a sedici anni esordì in serie A lanciato da Boskov. Fino ad oggi, il giorno del suo trentatreesimo compleanno.

Nato nel 1976 nel quartiere Appio Latino, nei pressi di Porta Metronia, Francesco Totti impiega 13 anni per trovare l’amore di tutta la vita: dopo un periodo alla Lodigiani, entra giovanissimo nelle giovanili della Roma. Tre anni dopo, il 28 marzo del ’93, esordisce in serie A contro il Brescia. Nella stagione successiva disputa 8 partite e trova una guida preziosa: Carletto Mazzone, romano nelle viscere come lui. L’anno dopo segna il primo gol in serie A, contro il Foggia, mette insieme 21 presenze e altre tre reti fino a ritrovarsi colonna della sua Roma. Poco tempo dopo Totti arriva vicinissimo da un addio, a posteriori, clamoroso.

Nel 1996 in giallorosso sbarca Carlos Bianchi, un allenatore argentino con cui il Pupone, ancora in fase di svezzamento, non si piglia. L’insofferenza è reciproca, tanto che Bianchi propone la cessione del ragazzo alla Sampdoria. Nel Torneo Città di Roma, in febbraio, Totti ribalta ogni prospettiva: gioca pennellando contro Ajax e Borussia Moenchengladbach e mette alla porta il tecnico argentino.

Arriva poi un tecnico boemo, Zeman, che pratica un gioco offensivo ed è un buon maestro di vita: Totti esplode nelle sue qualità di leader, segna molto ma soprattutto inizia a lanciare in profondità con gli occhi chiusi. Quando arriva Capello, che pretende dal presidente Sensi investimenti enormi ma offre un progetto di squadra costruito intorno al Pupone, arriva anche uno scudetto vinto da protagonista. Una delle due perle incastonate nella carriera di Totti.

La gloria internazionale del “Reuccio”, più che in Champions League dove ha spesso deluso nelle grandissime partite, è maturata in azzurro. Dopo l’eccellente anticamera in Under 21 (con cui vince un Europeo nel 1996 contro la Spagna) Totti ha la prima grande occasione agli Europei olandesi del 2000, quando Dino Zoff lo schiera in attacco e investe con convinzione in lui. Dopo aver trascinato in semifinale la squadra, regala contro l’Olanda uno dei gesti simbolo della sua carriera e del suo personaggio: dopo una partita sfiancante, che l’Italia può vincere ai rigori dopo aver giocato a lungo in dieci, Totti tira “a cucchiaio” il suo penalty contro il portiere olandese Van der Sar. Per una scommessa da bar che sarebbe piaciuta al Fellini dei “Vitelloni” . Poi usa la stessa sfrontatezza per giocare alla grande la finale di Rotterdam contro la Francia, persa nonostante le sue giocate sotto il naso di Zidane.

Ai Mondiali di Corea e Giappone, prima, e durante gli Europei del 2004 in Portogallo Totti delude per ragioni diverse. Espulso ingiustamente dal discusso arbitro Moreno negli ottavi mondiali, due anni dopo affossa il progetto Trapattoni, imperniato intorno alle sue giocate, con un gesto ingenuo: sputa in faccia al centrocampista danese Poulsen e lascia anzitempo l’Europeo.

Per sciacquarsi di dosso quell’immagine, gli toccano i salti mortali: nel 2006 s’infortuna gravemente sulla strada dei Mondiali di Germania. Stringe i denti e recupera a tempo di record, torna in tempo per offrire il suo contributo all’impresa azzurra. Nella stagione successiva vince anche la Scarpa d’oro con una caterva di reti. Sotto la gestione Spalletti trova anche il gol, forse, più bello della carriera: incrocia al volo un cross dalla fascia in Sampdoria – Roma e prende gli applausi di tutto lo stadio avversario.


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Il 27  settembre nella storia

1917: Muore il pittore francese Edgar Degas 1920:  Nasce il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa 1966: Nasce il cantante Lorenzo Jovanotti 1984: Nasce la cantante Avril Lavigne

 

 

 

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