“Mi piace tutto del cinema, tranne recitare”. Sembra uno dei paradossi tanto cari a Oscar Wilde, invece è firmato Hugh Grant: ovvero il volto più dandy e irresistibile della commedia brillante d'Oltremanica, quella che si muove tra humor e romanticismo.
Il suo esordio risale al 1982 nel film Privileged, a soli 22 anni, dopo aver terminato il suo corso di studi ad Oxford. Per farsi le ossa Grant si dedica alla televisione e al teatro e il suo talento convince il regista James Ivory a scritturarlo per il film drammatico Maurice nel 1987 e per Quel che resta del giorno nel 1993. Roman Polansky lo aveva voluto nel cast già l’anno prima per Luna di fiele, che lo farà conoscere al pubblico americano, ma la vera fama arriverà con Quattro matrimoni e un funerale, una commedia dai dialoghi brillanti in cui Grant veste i panni di un inguaribile scapolo che arriva puntualmente in ritardo ai matrimoni dei suoi amici e finisce per innamorarsi tra mille equivoci. Essere in nomination per il Golden Globe proprio per questa interpretazione non fa perdere la testa al ragazzo inglese che, nel 1995, torna sul set per una nuova commedia romantica Nine Months – Imprevisti d'amore di Chris Columbus, in cui Grant riveste il ruolo del trentenne alle prese con le responsabilità della paternità imminente.
Soddisfazioni professionali e personali non mancano: Grant ha per fidanzata l’attrice e modella Elizabeth Hurley, con la quale attraversa un momento di crisi profonda proprio nel 1995, quando viene fermato dalla polizia in compagnia di una prostituta. La sua compagna decide di tenerlo con sé e Grant riesce anche a non veder calare drasticamente la sua popolarità dopo lo spiacevole episodio. La casa cinematografica fondata insieme a Elizabeth Hurley ottiene due successi: prima Ragione e Sentimento, tratto dal romanzo Jane Austine, che lo vede accanto a Emma Thompson e Kate Winslett immerso nelle atmosfere dell’Ottocento inglese, poi Mickey Occhi blu, nel 1999, in cui interpreta il timido sposo della figlia di un boss mafioso.
Nel 2000, con Notting Hill, arriva di nuovo un premio, il Golden Globe. Se per vestire i panni di un imbranato libraio londinese era affiancato da una delle più pagate attrici di Hollywood, Julia Roberts, in Il diario di Bridget Jones e Che pasticcio Bridget Jones divide la scena con Renée Zellweger e un collega come Colin Firth. Il filone della commedia sentimentale continua a convincere Grant, che si impegna poi in Love Actually nel 2003, in cui riveste in ruole del primo ministro britannico e infine Two Weeks Notice – Due settimane per innamorarsi 2003 con Sandra Bullock.
L’ultima sua ‘fatica’ è datata 2007: “Scrivimi una canzone”, dove ancora una volta trova in extremis e per magia l’amore e il lieto fine. Quello che stenta ad arrivare nella biografia di Grante, che dopo il perdone della fidanzata Liz Hurley se ne e’ separato, per mettersi con un’ereditiera indiana. Oggi è di nuovo single, come nelle sue migliori commedie.
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Il 9 settembre nella storia
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