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Ha tenuto a battesimo la tv italiana, lui icona del bianco e nero che ha avuto tra i tanti onori anche quello di un celebre saggio di Umberto Eco. Ha condotto, in oltre 50 anni, decine di programmi, da Lascia o raddoppia a Genius, e ha saputo reinventarsi nell'ultimo decennio, giocando sulla propria professionalità e autoironia. E' stato, in particolare, il sodalizio con Fiorello- con il quale ha girato dal 2005 una serie di fortunatissimi spot- a consacrarlo anche per le nuove generazioni fra i personaggi più amati della tv italiana.
Storia, in breve, di Mike
Nato a New York nel 1924 da padre avvocato siciliano e madre torinese, torna in Italia dove studia al liceo di Torino e collabora, giovanissimo, alle pagine sportive della Stampa. Durante la guerra si unisce alle formazioni partigiane sulle montagne piemontesi. Arrestato, nell'aprile 1944 è rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore, dove è compagno di cella di Indro Montanelli. Ci resta fino a ottobre, viene quindi trasferito in vari campi di concentramento tedeschi dove vede, racconta anni dopo, ''decine di ebrei avviarsi verso le camere a gas''. Nei lager rimane fino al febbraio '45. Ne esce vivo grazie a uno scambio di prigionieri tra gli Stati Uniti e la Germania.
Prima di rientrare negli Usa e cominciare a lavorare alla radio al 'Giornale italo-americano', lavora a 'The voice of America', la radio della propaganda militare alleata. Di nuovo in Italia nel '53, comincia la collaborazione con la tv che muove i primi passi. Nasce così la sua prima trasmissione: 'Arrivi e partenze'.
Nel novembre '55 il primo successo con 'Lascia o raddoppia?’. Con quella trasmissione, gli italiani scoprono la tv: quei pochi che la possiedono, ospitano in salotto parenti e vicini di casa. Un programma leggendario e un fenomeno di costume. Seguono poi 'Campanile sera' (1960), 'La fiera dei sogni' (1963), 'Rischiatutto' (1970), 'Ieri e oggi' (1976), 'Flash' (1980), per citare solo i più importanti.
Quando Silvio Berlusconi fonda prima Telemilano (1977) e poi Canale 5, è uno dei talenti, con Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, a farsi tentare dall'avventura della tv commerciale. ''Capii che era un'idea vincente - avrebbe commentato 25 anni dopo - io ero all'apice del successo e dopo vari incontri, Berlusconi mi chiese di scegliere: o lui o la Rai. Mi pagavano 900 mila lire a puntata, lui mi offrì 600 milioni in un anno”. Nel 1980 dice di sì. 'I sogni nel cassetto (1980), 'Bis' (1981), 'Superflash'(1985), 'Telemike' (1987), 'Bravo Bravissimo' (1991), 'Viva Napoli' (1992), 'La ruota della fortuna' (oltre 3200 puntate, dal 1989) sono alcuni dei suoi programmi per la Fininvest, della cui rete ammiraglia (Canale 5) nel 1990 è nominato vicepresidente. Cittadino italiano dal febbraio del 2003 (''ma io mi sono sempre sentito italiano'', commenta quel giorno), senatore della tv, è proposto da Maurizio Costanzo come senatore a vita quando muore Giovanni Agnelli.
Premiato 21 volte con il Telegatto, ha presentato anche undici festival di Sanremo a partire dal '63 e fino al 1997, quando forma la strana coppia con Piero Chiambretti. Nonostante la lunga e soddisfacente carriera a Mediaset, Mike Bongiorno è inevitabilmente legato alla Rai. Nel 2004, la festa tv per i 50 anni della Tv pubblica è per lui una serata trionfale e commovente. ''Sono l'unico di casa qui dentro, sono stato alla Rai per 25 anni'', dice senza disagio, tra gli applausi.
Nella sua lunga vita, non solo tv: programmi radiofonici, qualche film ('Toto' lascia o raddoppia' ad esempio) e anche tanto sport, con la passione dichiarata per la montagna che lo porta a partecipare alla 'Spedizione al Polo nord' in onore del duca degli Abruzzi. Un' inclinazione involontaria alle gaffe e una forma fisica invidiabile: ''ho fatto un check up per il mio compleanno e i medici hanno scoperto che fisicamente dimostro 17 anni meno della mia età anagrafica”. Tre mogli (ma il primo matrimonio fu annullato nel '52), tre figli, Michele, Nicolò e Leonardo e un erede tv più volte nominato: Gerry Scotti.