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4 settembre

Fondata Los Angeles, inaugurata la prima rete d'illuminazione elettrica al mondo, nasce Carmen Consoli, muore George Simenon facchetti_296

Piaceva tanto, alle penne nobili del giornalismo sportivo italiano.

Giacinto Facchetti le ispirava col suo talento, ma anche col suo profilo umano. Lo scrittore Giovanni Arpino ne fece addirittura il protagonista in positivo di un romanzo, “Azzurro Tenebra”.

I grandi cantori del nostro calcio, provavano una specie di devota soggezione, per quell’uomo che correva in su e in giù per la fascia sinistra, scrupoloso e rigoroso. Con la faccia incavata, severa e gentile.

Giacinto Facchetti era nato nel 1942 a Treviglio. Diciannove anni dopo esordiva in serie A, contro la Roma, senza convincere troppo. Era stato Helenio Herrera, il Mago che plasmò la Grande Inter, a metterlo in campo per provare sulla pelle di quel giraffone un curioso esperimento. Arrivato all’Inter, che lo aveva strappato all’Atalanta, cresciuto come attaccante, costretto a correre sulla fascia come terzino. Un azzardo geniale, che lasciò tutti perplessi tranne l’uomo che lo perpetrò.

“Questo ragazzo diventerà una colonna della mia Inter”, profetizzò Herrera;, consegnando sulle spallone di Facchetti un macigno di responsabilità. "Giacinto Magno" lo raccolse e imparò rapidamente a trasportarselo avanti e indietro, sotto le tribune di San Siro. Fu uno dei protagonisti della Grande Inter, che aiutò; a vincere qualsiasi cosa in Italia e in Europa. Primo terzino “mobile” e nobile nella storia del calcio, capace di correre e “aggredire” gli spazi, arando la fascia avanti e indietro. Fu espulso una sola volta in carriera, per proteste.

Nel 1966, Mondiali d’Inghilterra, partecipò alla traumatica sconfitta contro la Corea del Nord. Che sporcò la carriera di una generazione di grandissimi calciatori, e anche la sua. Anche se fu lui, capitano della Nazionale, a scegliere due anni dopo il lato giusto della monetina che permise all’Italia di vincere la semifinale dell’unico Europeo conquistato dalla nostra nazionale.

Messico ‘70, la semifinale contro la Germania che medicò l’orgoglio degli azzurri schizzato quattro anni prima, fu il suo penultimo mondiale. Nella metà degli anni '70, stanco di tirare la carretta sulla fascia, Facchetti chiese a Suarez, diventato allenatore dell'Inter, di provare farlo giocare da libero. E in quel ruolo di chioccia, con il quale accompagnava il suo amore interista verso la sua transizione, arrivò a riconquistare la Nazionale.

Quando s’infortunò; tolse Enzo Bearzot dall’imbarazzo di doverlo convocare a tutti i costi per i Mondiali in Argentina, Facchetti gli fece sapere di non essere in condizioni ideali e chiese al tecnico di scegliere un altro al posto suo.

A fine carriera, per un breve periodo fu vicepresidente dell’Atalanta, in una sorta di tributo alle proprie origini bergamasche. E in quella stessa veste Moratti, aggrappato all’epopea del padre, lo richiamò all’Inter prima di cedergli la presidenza nel 2004.

Giacinto Facchetti è morto nel 2006, all’età di 64 anni. Un soffio prima di assistere a una nuova riscossa nerazzurra, al termine dell’estate di Calciopoli, lo scandalo esploso in tempi paralleli alle ultime tappe della sua malattia. La rivalità tra Inter e Juventus, forte oggi come ai tempi in cui Facchetti era giocatore, deve fare i conti con un dato. Giacinto Magno è morto il 4 settembre.

Il suo addio viene commemorato il giorno dopo quello di un altro grande difensore, campione bianconero di umanità e timidezza: Gaetano Scirea. Nelle frasi finali della lettera che ha fatto pubblicare dopo la sua scomparsa, Massimo Moratti ha ricordato “la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell’Inter, con Herrera che ti chiamò Cipelletti, sbagliandosi, e da allora, tutti noi ti chiamiamo Cipe. Dolce, intelligente, coraggioso, riservato, lontano da ogni reazione volgare. Grazie ancora di aver onorato l’Inter, e con lei tutti noi".


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Il 4  settembre nella storia

1781: Viene fondata la città di Los Angeles 1882: Thomas Edison a New York inaugura la prima rete di illuminazione elettrica nel mondo 1974: Nasce Carmen Consoli 1989: Muore George Simenon

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.