di Juana San Emeterio
LA CUSTODE DI MIA SORELLA
Di Nick Cassavetes, Usa 2009 ( Warner Bros )
Cameron Diaz, Alec Baldwin, Joan Cusak, Abigail Breslin, Jason Patric, Sofia Vassiliava, David Thornton.
La cura di un malato oncologico è un tema difficile sempre, ma, diventa ancora più drammatico, quando la cura è una persona: Anna, figlia concepita in provetta per "riparare" la patologia progressiva della sorella maggiore. “La custode di mia sorella” ha come protagonista proprio lei, undicenne, provata e sfinita dal disinteresse della madre, sempre troppo concentrata su Kate, la sorella malata da quando aveva due anni, e dai tanti ricoveri ed i numerosi interventi medici.
La famiglia è composta dalla madre Sara (Cameron Diaz), ostinata e determinata, che ha abbandonato la sua carriera di avvocato per occuparsi della figlia. Dal marito Brian che la sostiene, ma a volte si sente impotente di fronte alla forza della moglie. E anche da l’unico figlio maschio, Jesse , un ragazzo introverso affetto da dislessia. Tutti sono uniti, solidali e protettivi nel combattere da sempre la battaglie per la vita di Kate fino a quando Anna, a 11 anni, dice no. Si rivolge ad un avvocato (Alec Baldwin) perché non vuole più sottoporsi a procedure mediche, chiedendo l’emancipazione medica: i diritti sul proprio corpo.Inizia così un processo che divide e fa riflettere.Un processo che può determinare nuovi equilibri tra genitori e figli e decidere del destino di Kate.
La storia è di sicuro interesse nella sua drammaticità. Il regista Nick Cassavetes ha tratto ispirazione dal libro di Jodi Picoult e ne fa una trasposizione commovente e “strappalacrime” , senza essere veramente incisivo su un tema complesso e attuale come quello della definizione e dei limiti della cura.
“La custode di mia sorella” sarà vietato ai minori di 14 anni. Per la Commissione di Revisione cinematografica del Ministero per i Beni e le Attività culturali, il tema della pellicola e ''l'iniziale ambiguità introdotta dalla richiesta di tutela personale e sanitari” rendono necessaria questa decisione. La casa cinematografica ''in considerazione dei valori familiari e morali rappresentati dal film'' si dice sorpresa della sentenza della Commissione.