Venezia 66


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'[REC]2', tra zombies ed esorcismi nel palazzo dell'orrore

Il secondo capitolo del cult di Balaguerò e Plaza

di Sandro Calice

[REC]2

di Jaume Balaguerò e Paco Plaza, Spagna 2009 (Mediafilm) Jonathan Mellor, Oscar Sànchez Zafra, Ariel Casas, Andrea Ros, Alejandro Casaseca, Pablo Rosso, Alex Batllori, Pau Poch, Manuela Velasco.

Gli spagnoli, si sa, in questo momento sono i più bravi a fare film horror. Quando però le idee diventano solo riciclo e citazione, il giocattolo rischia di rompersi. E’ il caso di “[REC]2”, fuori concorso, seguito del film presentato proprio a Venezia due anni fa e diventato, a suo modo, un piccolo culto per gli appassionati.

La storia comincia quindici minuti dopo la fine del film precedente. C’è un palazzo che è stato messo in quarantena dopo che tutti i suoi abitanti hanno mostrato sintomi di un virus aggressivo ed estremamente contagioso, molto simile alla rabbia, che si trasmette attraverso sangue e saliva. Lo scoppio dell’epidemia è stato filmato in diretta dalla troupe di una televisione impegnata a registrare un reality. Immagini di violenza e cannibalismo che ad un certo punto si interrompono. Qui parte “[REC]2”. Arrivano quattro agenti delle forze speciali, ognuno dotato della propria telecamera sul casco, che dovranno accompagnare un funzionario del ministero della Sanità all’interno del palazzo per trovare una soluzione. Ma il funzionario non è chi dice di essere, e anche il virus non è una semplice malattia, ma qualcosa di molto più spaventoso.

Balaguerò e Plaza, che hanno al loro attivo precedenti efficaci come, rispettivamente, “Darkness”, “Fràgiles” e “Para entrar a vivir” l’uno e “El secundo nombre” e “Romasanta” l’altro, già nel primo “[REC]” avevano, diciamo, preso a prestito la solita, cara vecchia idea degli zombies di Romero e la tecnica narrativa di “The Blair Witch Project” (telecamera in soggettiva, immagini volutamente mosse e di bassa qualità). In “[REC]2” si aggiunge l’Esorcista. Tarantino insegna che del manierismo si può fare un’arte. Ma qui siamo ben lontani dalle parti di Tarantino. A onor del vero bisogna, però, ammettere che i due registi conoscono il loro mestiere. Il film si svolge esattamente come ci si aspetta, accade quello che ci si aspetta accada proprio quando deve accadere. Eppure, anche se non sempre, si salta sulla poltrona. Vista la quantità industriale di film su adolescenti sperduti nella provincia americana vittime dei più strambi serial killer che l’industria cinematografica ci propina per horror, non è poco. Per inciso, preparatevi a “[REC]3”.