Per una vita intera ha incarnato un'idea alta del mestiere di attore, come esercizio atletico e ginnastica dello spirito, come gioco e stregoneria. E' stato Amleto sulla scena e Brancaleone sullo schermo, ha fatto ridere con ''I soliti ignoti'' e recitato i versi di Manzoni e Dante. ''A questo attore Dio ha elargito tutti i doni'' scrisse il suo maestro Silvio d'Amico. E anche all' uomo: bellezza e talento, amori e successi, le gioie della paternità e della creatività intellettuale, tesori che non lo salvarono però dall'oscurità della depressione.
Nato a Genova il 1° settembre 1922, secondo figlio di un ingegnere tedesco e una casalinga toscana, Vittorio Gassman crebbe a Roma. Liceale al Tasso, fu campione di pallacanestro. Poi, con i compagni di classe Luigi Squarzina e Carlo Mazzarella si iscrisse all'Accademia nazionale d'arte drammatica. Già al saggio del secondo anno (''L'opera dei mendicanti'' 1943) rivelò quell'atletismo artistico che ne avrebbe fatto il più grande della sua generazione. Senza concludere l'Accademia, si scritturò nella compagnia di Alda Borelli e sposò la compagna di corso Nora Ricci, erede di una grande famiglia d'arte, figlia di Renzo Ricci, nipote di Ermete Zacconi. Mentre la guerra finiva divenne padre ('45) della futura attrice Paola e scrisse il diario-romanzo ''L'educazione teatrale'', la commedia inedita ''Volo raso'' e il racconto ''Luca de' numeri''.
Nel '47 aveva già ''il nome in ditta'', la Maltagliati-Gassman, che presenta ''Tutti miei figli'' di Miller. L'anno dopo recitò ''Oreste'' di Alfieri e ''Troilo e Cressida'' di Shakespeare, diretto da Luchino Visconti. Eschilo e Ibsen furono gli autori successivi, poi ''Amleto'' con la regia di Squarzina (1951). Intanto, sposò e divorziò quasi subito dall'attrice americana Shirley Winters, dalla quale avrà una figlia (1953). Alternò pessimi film a Hollywood e grandi spettacoli teatrali in Italia, dove diede prova di un atletismo unico, come in ''Kean genio e sregolatezza'' di Dumas-Sartre e il memorabile ''Otello'', nel quale sera dopo sera si scambiò la parte di Iago con Salvo Randone.
Nel 1960 intraprese la grande avventura del Teatro popolare italiano, un tendone da tremila posti, dove recitò monumenti della cultura come ''Adelchi'' di Manzoni e ''Orestiade'' di Eschilo. Nel 1962 con un discusso ''Questa sera si recita a soggetto'' di Pirandello mise alla berlina lo strapotere italiano della figura del regista. Nel 1965 fu di nuovo padre: nacque Alessandro, altro attore in famiglia, figlio di Juliette Maynel. Ma nel 1970 sposò l'ultima moglie, Diletta D'Andrea, dalla quale nascerà, dieci anni dopo, Jacopo.
Negli anni sessanta l'attivita' teatrale fu sacrificata agli impegni cinematografici, ma Parigi, Buenos Aires e New York accolgono periodicamente i suoi recital di attore poliglotta. Tornò in scena con ''Trasloco'' (1973), primo di altri spettacoli antologici (come ''Sette giorni all'asta'', 1977), ove confluiranno autobiografia e poesia, insieme a quel gusto per l'autoanalisi che sarà la sostanza del suo testo ''O Cesare o nessuno''(1977). Spunti di autobiografia esistenziale li andrà poi cercando anche in grandi opere di poesia di epoche diverse, da ''Edipo re'' di Eschilo (in tv, 1976), ad ''Affabulazione'' di Pier Paolo Pasolini (1977), nel quale debuttò il figlio Alessandro: tragedie che a distanza di secoli indagano l'enigma del rapporto padre-figlio. Intanto, per un triennio guidò a Firenze la ''Bottega del teatro'' una scuola per attori nella quale riversa la sua esperienza e la sua filosofia del teatro come sublime esercizio intellettuale e gioco di gruppo. Poi fu la volta di un ultimo appuntamento scespiriano, un autunnale ''Otello'', mentre la depressione cominciava a roderlo periodicamente. La scrittura sarà allora il suo antidoto più forte, dall'autobiografia ''Un grande avvenire dietro le spalle'', al romanzo ''Memorie di un sottoscala'', ai racconti ''Mal di parola''. E ancora altri confronti con i giganti della letteratura: ''Ulisse e la balena bianca'' portato in mezzo mondo nel 1991; poi la registrazione di 40 canti della ''Divina commedia'', quindi la commedia autobiografica ''Camper'', maltrattata dalla critica al Festival di Spoleto 1994. I suoi ultimi film, Sleepers (1996) di Barry Levinson, La cena (1998) di Ettore Scola, La bomba (1999) di Giulio Base. Vittorio Gassman muore il 29 giugno del 2000.
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Il 1° settembre nella storia
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1945: La prima esibizione, in radio, del Trio Lescano | 1969: Rivoluzione in Libia, Gheddafi sale al potere | 1985: Spedizione franco-americana individua il relitto del Titanic | 2004: Centinaia di scolari ostaggio dei terroristi ceceni a Beslan |
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