Un ex american gigolo', ex ufficiale gentiluomo e affascinante principe azzurro varca la soglia dei sessant'anni. Richard Gere, attore che negli anni '80 ha rappresentato il sex symbol per eccellenza, spegne 60 candeline. E, come era accaduto ad altri bellissimi della celluloide, come Alain Delon e Sean Connery (che disse: "Cosa si prova ad essere un sex symbol a 60 anni? Non lo so, non sono mai stato a letto con un sessantenne calvo...!"), anche Gere è considerato ancora oggi uno degli uomini più belli e affascinanti del cinema.
Eppure, la sua avventura nel mondo della celluloide, segnata in maniera indelebile da tre pellicole interpretate nell'arco di un decennio - "American Gigolo'" del 1980 di Paul Schrader, "Ufficiale e gentiluomo" del 1982 di Taylor Hackford e "Pretty woman" del 1990 di Garry Marshall - inizia quasi per caso.
Nato nel 1949 a Philadelphia, secondo di cinque figli: suo padre Homer era un assicuratore e sua madre, Doris, una casalinga. Richard Tiffany Gere è uno studente brillante e bravo in molti sport e in più con un gran talento per la musica: suona pianoforte, chitarra, basso e tromba (l'assolo in "Cotton club", film del 1984 di Francis Ford Coppola è suo). Si diploma al North Syracuse Central High School nel 1967, ottiene la borsa di studio in ginnastica e si iscrive poi all'Amherst University of Massachusetts per specializzarsi in filosofia. Una strada avviata verso il mondo accademico. Poi la sua vita cambia con la scoperta del teatro: è Danny Zuko in "Grease". Prima a Londra, poi a Broadway.
Dal palcoscenico al set il passo è breve e nel 1973 esordisce in "Rapporto al capo della polizia" di Milton Katselas. Malgrado abbia fisico e volto perfetti per il cinema, gli servono altri sette anni prima di raggiungere il successo. Nel frattempo è un soldato in "Baby Blue Marine" di John D. Hancock, un cinico e violento individuo nel cupo "In cerca di Mr.Goodbar" di Richard Broocks, un operaio accusato di omicidio ne "I giorni del cielo" del regista culto Terrence Malick e un sergente nel film di guerra "Yankee" di John Schlesinger. Il trionfo di "American gigolo'" è datato 1980: Paul Schrader dirige il 31enne Gere, sfruttando la sua naturale eleganza e la sua prestanza fisica non comune negli attori di quel periodo.
Il successo lo proietta verso un altro film cult, "Ufficiale e gentiluomo". Diventa uno degli attori più amati del mondo femminile, una popolarità che avrà il suo momento di massimo splendore nel 1990 con "Pretty woman". Ma prima di quel film scorrono "All'ultimo respiro" (è un ladro di automobili), "Il console onorario" (un medico coinvolto in un rapimento), "Cotton club", il biblico "King David" e il road movie "Gli irriducibili". Poi, nel 1990, il fenomeno "Pretty woman". Sbanca i botteghini di tutto il mondo: cinquecento milioni di dollari d'incasso. E la canzone diventa icona dello shopping di lusso. Farà altri 23 film (in tutto finora ne ha interpretati 44) con un buon numero di successi di box office come "Mr.Jones" del '93 con Anne Bancroft, "Trappola d'amore" del 1994 con Sharon Stone, "Se scappi ti sposo" del 1996 dove si ricompone la coppia Gere-Roberts. Poi ci sono "Autumn in New York" del 2000, melodramma con Winona Ryder; il thriller "L'amore infedele" del 2002 di Adrian Lyne, dove Richard diventa omicida per gelosia di Diane Lane; il danzereccio "Shall we dance?" del 2004 dove Jennifer Lopez gli insegna a ballare e "Come un uragano" del 2008, ancora con Diane Lane. Ma anche film d'azione come "The Jackal" con Bruce Willis del 1997, remake del "Giorno dello sciacallo", o di cappa e spada come "Il primo cavaliere" del 1995 o, ancora, l'originale "Io non sono qui" del 2007, puzzle bizzarro dedicato a Bob Dylan.
Alla fama, al successo di pubblico e al credito che gli danno i grandi registi (Malick, Coppola, Lumet, Figgis, Altman, Marshall, Lyne) non fa però riscontro un analogo amore da parte della critica e del mondo dello show business: nel 2003 con "Chicago" di Rom Marshall l'attore americano conquista il suo primo e unico premio di rilievo, il Golden Globe.
Richard Gere si è sposato nel 1991 con la modella e attrice Cindy Crawford e poi, nel 2002, con l'attrice Carey Lowell dalla quale ha avuto un figlio. Si è convertito al buddhismo oltre venti anni fa ed e' ormai una sorta di testimonial dell'insegnamento del Dalai Lama, di cui è diventato amico. E’ anche in prima linea nelle battaglie per le cause civili, come la lotta all'Aids e soprattutto quella dei diritti violati del popolo tibetano. Proprio per questa sua passione non è stato più invitato alla cerimonia della Notte degli Oscar da quando, chiamato sul palco, ha perorato la causa del Tibet.
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Il 31 agosto nella storia
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